E' ormai pienamente acquisita dal grande pubblico la percezione dell'influenza che ha il cambiamento climatico sull'economia e nella società, non solo in ragione dell'aumento di intensità e frequenza degli eventi metereologici estremi con le inevitabili e a volte drammatiche conseguenze anche in termini di vite umane, ma anche delle politiche proposte in tutti i settori (dall'industria ai trasporti, dalla sanità alla pianificazione del territorio, e chiaramente in agricoltura e nelle relative filiere agro-alimentari) all'attenzione dei diversi stakeholder. Altrettanto noti, purtroppo, sono gli inevitabili casi di instabilità sociale ed economica che ne derivano e che interessano principalmente i Paesi in via di sviluppo, cioè i paesi più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici.
Alla luce di queste evidenze, i Paesi sviluppati si sono posti in primo piano per poter delineare delle strategie idonee sia per l'adattamento che per la mitigazione e l'Italia, come Stato membro dell'Unione europea che ha aderito al Protocollo di Kyoto (P.K.), è pienamente coinvolta in tale sforzo. Risulta quindi di fondamentale importanza individuare delle misure di mitigazione e di adattamento che siano integrate, in modo coerente e sinergico, in una strategia che coinvolga vari settori (agricoltura e zootecnia, energia, industria, trasporti, la società stessa) ed i vari livelli di governo...