Il regime di condizionalità, introdotto con la riforma Fischler della Politica Agricole Comune (PAC), nel 2003,è uno dei principali temi "trasversali" fra il primo ed il secondo pilastro, oggetto di riflessione nel quadro della verifica dello Stato di Salute della PAC (Health Check).
Il negoziato dell'Health Check, ha introdotto modifiche di un certo rilievo alla PAC e, nello specifico, al quadro delle prescrizioni della condizionalità. Dal punto di vista sostanziale, le modifiche riguardano sia l'impianto normativo che l'applicabilità delle suddette norme a livello nazionale. Il Reg. (CE) n. 73/09 del 19 gennaio 2009 apporta, infatti, modifiche e integrazioni
a carico della condizionalità, prevedendo da una parte la semplificazione dei Criteri di Gestione Obbligatori (CGO), tralasciando quelle parti non direttamente pertinenti l'attività agricola, e introducendo dall'altra nuovi vincoli, relativamente alle Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali, che le aziende agricole sono tenute a rispettare.
Una prima valutazione delle opzioni e dei possibili impatti della riforma della PAC in Italia è stata condotta in un documento elaborato nel quadro delle attività della Rete rurale nazionale 2007-20131, ove è stato effettuato anche un approfondimento - al quale si rinvia - delle novità all'esame per la condizionalità.
Il presente documento ha l'obiettivo di focalizzare l'attenzione sulle modalità di applicazione in Italia delle nuove norme di condizionalità e mettere in luce le eventuali problematiche che potrebbero derivare dalla loro applicazione. Ciò in analogia con quanto già positivamente fatto nella fase di applicazione della riforma Fischler quando, per studiare le possibili opzioni agronomiche da inserire nel decreto ministeriale, venne redatto un documento specifico recante la proposta operativa per l'applicazione della condizionalità in Italia (2004).