La nuova politica per lo sviluppo rurale 2014-2020 offre agli Stati Membri l'opportunità di sostenere la gestione del rischio nelle imprese agricole mediante l'implementazione di uno o più strumenti (assicurazioni, fondi di mutualizzazione per rischi climatici e sanitari e fondi di mutualizzazione per la stabilizzazione del reddito) previsti dal Regolamento (UE) n. 1305/2013. L'Italia, sulla base dell'esperienza maturata negli interventi di sostegno pubblico alla gestione del rischio e dei limiti da essi evidenziati nel corso della loro applicazione, ha deciso di sfruttare tutte le opportunità offerte dal Regolamento. Tale scelta si è tradotta nella definizione, all'interno del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale, di una misura per la gestione del rischio articolata in tre sotto-misure, una per ciascuno degli strumenti previsti dal nuovo regolamento UE. Tra questi strumenti, l'Income Stabilization Tool (IST) rappresenta l'elemento di maggiore novità ed interesse, sia per l'esigenza di fronteggiare l'instabilità dei mercati e dei redditi che ha caratterizzato la storia recente, sia per il carattere di novità che incorpora. In attesa della conclusione dell'iter programmatorio per l'approvazione del programma nazionale, il presente lavoro offre un'analisi degli elementi normativi e operativi indispensabili per l'attivazione e la gestione dei fondi di mutualizzazione per la stabilizzazione del reddito in Italia. Dall'analisi emerge che i fondi di mutualizzazione, in assenza di una definizione legale nell'ordinamento giuridico italiano, possono essere considerati alla stregua di un capitale di scopo (gestione del rischio) la cui operatività è affidata ad un soggetto gestore del fondo (potenzialmente qualsiasi forma giuridica identificativa dell'aggregazione di imprese agricole). Tali fondi, tuttavia, per poter operare avranno bisogno di stimare il rischio di reddito dei potenziali aderenti, indispensabile per la definizione del costo di partecipazione allo strumento. Pertanto, un modello teorico è stato costruito, tenendo conto delle diversità delle singole aziende dal punto di vista della specializzazione produttiva, della localizzazione geografica e della dimensione economica. Inoltre, i fondi IST dovranno essere in grado di basare la copertura mutualistica sulla puntuale determinazione del reddito delle imprese aderenti. Tale aspetto, in relazione all'assenza di obblighi contabili per la maggior parte delle imprese agricole, rappresenta un elemento di potenziale criticità per il funzionamento dei fondi. Per tale motivo è stata definita una possibile metodologia di ricostruzione del dato reddituale basata - per ovvi motivi di verificabilità - sulle fonti documentali disponibili nelle imprese agricole (dichiarazione IVA, fatture, ecc.). Tale metodologia, in particolare, si fonda sulla possibilità di acquisire le informazioni economiche necessarie al funzionamento dell'IST da diverse fonti documentali, provvedendo ad opportune rettifiche per la quantificazione del reddito di competenza. Analisi sulla variabilità del reddito delle imprese agricole condotte su dati FADN e Agenzia delle Entrate, oltre che simulazioni di fondi IST nel settore ortofrutta (dati unioni ortofrutticole), contribuiscono a dimostrare l'esistenza di una domanda potenziale per lo strumento di stabilizzazione del reddito e a valutare le performance di ipotetici fondi IST.