Nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, Ismea ha costruito un modello di simulazione microeconomica per valutare il possibile impatto della riforma della PAC sul bilancio delle aziende agricole, considerando congiuntamente gli aiuti afferenti al primo pilastro e al secondo pilastro.
Il modello è stato costruito per sette settori dell'agricoltura italiana, in prevalenza rappresentativi delle produzioni del bacino mediterraneo: grano duro, grano tenero, mais, olivo, bovini da carne, bovini da latte e ovini, che rappresentano insieme circa un terzo della produzione ai prezzi di base (PPB) dell'agricoltura1. È da considerare inoltre che grano duro, grano tenero, mais e olivo occupano oltre il 30% della superficie agricola utilizzata2. Per ognuno di questi settori è stato ricostruito uno schema di un bilancio semplificato basato sui conti colturali, replicato per una quindicina circa di aziende ritenute rappresentative della realtà produttiva del settore in termini di modello produttivo adottato, localizzazione geografica, ecc..
Ad ispirare il modello è stata la consapevolezza che per valutare appieno gli effetti di una riforma della PAC bisogna evidenziare anche l'impatto microeconomico delle opzioni in discussione, perché nel mondo agricolo in generale, e all'interno di ogni settore, esistono profili aziendali molto variegati in termini di tecniche produttive adottate, capacità reddituali e ricorso alle forme di sostegno pubblico, che presentano dunque anche un diverso grado di "sensibilità" alle politiche. Per questo si è scelto di analizzare, per ognuno dei settori oggetto di indagine, alcuni profili aziendali-tipo corrispondenti a realtà locali rappresentative in termini produttivi, sulle quali sono state declinate le simulazioni di impatto sulle opzioni di riforma della PAC, al fine di valutarne le ripercussioni sui bilanci aziendali.