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Valle d'Aosta


1. Pascoli alti delle Dame de Challant

La zona pascoliva considerata si estende per 1268 ha, nei comuni di Brusson, Challand-Saint-Anselme, Challand-Saint-Victor e Issime. Si tratta di quattro aree non contigue, prevalentemente di proprietà privata gestite in consorzi. L'area considerata non comprende solo i pascoli, ma anche zone rocciose e cime montuose, con altitudini comprese tra i 1500 e i 2800 metri s.l.m. La significatività dell'area risiede nella persistenza di un paesaggio storico, frutto dell'allevamento d'alta quota, attività che ha da sempre costituito la principale risorsa della Valle d'Aosta e di quasi tutte le zone di alta montagna, poiché la quota e la brevità della stagione calda sono infatti degli ostacoli per la coltivazione di qualunque prodotto agricolo. I pochi capi di bestiame di ciascuna famiglia, che d'inverno erano tenuti in stalla e nutriti col fieno, nelle mezze stagioni venivano trasferiti in baite di mezza montagna al fine di lasciar crescere l'erba nelle zone sfalciabili per immagazzinare foraggio per l'inverno. Questi piccoli pascoli, detti mayèn, erano situati per lo più in radure ricavate disboscando le aree con minore pendenza. Il bestiame veniva poi d'estate dato in affitto a pastori, spesso provenienti con le loro bestie dalla pianura, che lo riunivano in grandi mandrie e lo portavano al pascolo nelle zone alte, che non potevano offrire altra risorsa che questa. L'uso a pascolo della zona è documentato da inventari, atti notarili testamentari e di compravendita dal XIII al XX secolo. Il contesto paesistico territoriale si presenta integro, ancora oggi molti alpeggi sono utilizzati, e dal latte degli animali allevati si producono alcuni formaggi, tra cui la Toma di Gressoney, un Presidio dello Slow Food. Inoltre nel comune di Issime (Vallone di San Grato), si trovano ancora molte abitazioni tipiche (stadel), una delle quali tutta in legno fin dalle fondazioni, unico caso per ora noto nella regione, che rappresenta forse il primo insediamento di cultura Walser nella Valle di Gressoney. La minaccia principale per il paesaggio dei pascoli d'alta quota deriva dagli impianti sciistici, anche se gli usi invernali si alternano senza sovrapporsi con l'uso pascolivo, così che nel periodo estivo il paesaggio riassume le sue caratteristiche tradizionali.

 

2. Viticoltura eroica nella media Dora Baltea

L'area comprende i vigneti posti sul versante esposto a sud, in riva sinistra e in riva destra della Dora, estesi per circa 277 ha, posti nei comuni di Pont-San-Martin, Perloz, Donnas e Bard. La significatività risiede nelle valenze estetiche e nella persistenza storica delle caratteristiche della viticoltura di montagna che connotano il paesaggio. La viticoltura è documentata da moltissimi inventari, atti notarili testamentari e di compravendita dal XIII al XX secolo, atti di infeudazione in cui vengono descritti i terreni e le relative colture, e documenti del XVI secolo attestano esportazioni di vino e grappa. Il vigneto non rappresenta mai una coltura produttiva a sé stante, ma fa parte di un'organizzazione aziendale a policoltura, che associa la vite ai cereali, al foraggio e ad altre piccole produzioni orticole e frutticole a uso familiare. La conservazione dei vigneti terrazzati è avvenuta in parte grazie al fatto che si producono vini di buona qualità, riconosciuti dal marchio DOC con il nome di "Valle d'Aosta sottozona Donnas". La vigna, seppur suddivisa come ovunque a livello catastale in appezzamenti molto piccoli, presenta una continuità visiva che manifesta l'enormità del lavoro sedimentato nei secoli per mettere a frutto zone che non avevano per loro natura alcuna potenzialità agricola e che le ha valso la denominazione di "viticoltura eroica". La dimensione della zona a vigneto ha reso necessaria la sistemazione di scalette di passaggio e fossi di raccolta delle acque, contribuendo all'immagine di un'organizzazione globale del pendio, fino alla quota in cui la vigna confina con il bosco ceduo di castagno. L'area si presenta ancora integra, anche se la presenza di zone urbanizzate altera il contesto paesaggistico generale. La significatività del paesaggio è largamente riconosciuta dalla popolazione locale come immagine identitaria. La vulnerabilità dell'area può riassumersi nella contrazione della superficie viticola dovuta ai danni provocati dalla fillossera, e nella elevata parcellizazione delle proprietà, parte di un'economia agricola di sussistenza familiare.