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Indagine RRN sulla percezione delle aree rurali da parte dei giovani europei

Vivere e lavorare nelle aree rurali? I ragazzi europei mettono "mi piace"

 

Torino, 25 ottobre - Salone del Gusto 

Lavoro e vita nelle aree rurali risultano avere un buon livello di gradimento presso i ragazzi di età compresa tra i 17 e i 20 anni. Questo il risultato di un'indagine condotta dalla RRN insieme ad altri 8 Paesi europei. Ma l'indagine ci dice di più: le aree rurali vincono per la qualità della vita e perché sono un luogo dove è possibile il contatto con la natura e un posto dove far crescere bene i bambini; l'allevamento è al primo posto fra i "mestieri" agricoli preferiti dai giovani; l'industria di trasformazione e confezionamento, sanità e assistenza sociale i settori dove lavorerebbero oltre a quello agricolo; chi vuole diventare imprenditore agricolo sottolinea però che le difficoltà maggiori sono legate alla mancanza di risorse per gli investimenti e al timore di non aver un reddito sufficiente per far crescere la famiglia. In generale, i ragazzi chiedono più spazi ricreativi e attività extrascolastiche (soprattutto lo sport); le ragazze più scuole e università (e più luoghi di cultura). Ancora, la città ideale dove vivere ha fra i 5.000 e i 10.000 abitanti.
 
Scendiamo però nei particolari: il progetto di sviluppare un'indagine sulla percezione delle aree rurali da parte dei giovani, è stato lanciato dalla Rete Rurale Nazionale italiana in occasione dell' XI meeting ENRD (Rete Rurale Europea) a Bad Schandau, in Germania, è volto a indagare quale sia, allo stato attuale, la percezione che i giovani europei hanno della vita nelle aree rurali e dell'agricoltura. Indirizzato agli studenti dell'ultimo biennio delle scuole superiori e del primo anno di Università, il progetto ha visto la partecipazione delle reti rurali di 9 Paesi europei: Olanda, Francia, Italia, Finlandia, Belgio (Rete Fiamminga), Polonia, Lettonia, Svezia (fase preliminare), Malta. La versione finale del questionario è il frutto della collaborazione di tutti questi Paesi, che si è esplicata anche attraverso strumenti di social networking. 
 
Ben 1.563 le interviste raccolte in giro per l'Europa, interviste i cui risultati tracciano un quadro interessante e variegato di cosa la "community" dei ragazzi europei pensa dell'agricoltura e del futuro delle aree rurali.
 
Più del 60% dei ragazzi (età media 19 anni) ha considerato l'idea di poter svolgere la propria attività lavorativa, in futuro, in un'area rurale. Le aree rurali sono un posto "dove natura e uomo sono in equilibrio" per  più di un terzo degli intervistati, mentre per poco meno di un terzo sono un posto "dove sarebbe bello vivere". Chi abita nelle aree rurali le apprezza ancora di più (+16%). Dando come voto alla vita in città 6 come riferimento, i ragazzi hanno attribuito in media alla vita in campagna il punteggio di 7,2.  Le aree rurali sono associate all'attività agricola per il 66% degli intervistati (per l'80% dei ragazzi italiani e per il 79% dei polacchi). Sempre chi vive in campagna è più fiducioso di chi vive in città sul futuro delle aree rurali. Il ruolo delle aree rurali per lo sviluppo del Paese viene definito "indispensabile" in Olanda (54%); Italia (40%), Lettonia (38%) e Finlandia (36%). Importante e in crescita in Polonia (72%). Importante ma in declino in Francia (57%) e Belgio (48%) mentre a Malta prevalgono gli indecisi (31%). Anche i ragazzi che non vivono nelle aree rurali comunque le frequentano andandoci in media almeno una volta al mese.
 
Rispetto alla qualità della vita, considerando l'insieme degli indicatori presi in esame, il 43% degli intervistati ha una percezione ottima delle aree rurali. Ma cosa influenza positivamente il giudizio sulla qualità della vita? La vicinanza della natura (in media 8,9 punti su 10) seguita dall'ambiente in cui crescono i bambini (in media 7,8 punti su 10). Ciò che influenza negativamente il giudizio invece è nell'ordine la scarsa presenza di attività extrascolastiche e ricreative, la mancanza di collegamenti e mezzi di trasporto pubblico (per la Francia il primo fattore) e quella di scuole (per Malta il primo fattore).
 
Le realtà che possono rendere più attrattive le aree rurali sono, nell'ordine: impianti sportivi (47% degli intervistati), pub, disco pub e lounge bar (42%), agriturismi (33%), feste popolari e tradizionali (30%) e locali dove si fa musica dal vivo (26%). Differenze di genere: le ragazze puntano più su cultura (biblioteche, eventi culturali, concerti) e tradizioni (feste popolari, gruppi di riscoperta del territorio), i ragazzi sugli impianti sportivi.
 
Cosa pensano di quello che è oggi il principale problema, ovvero il lavoro?: più del 60% degli intervistati è disposto a svolgere la propria attività in un'area rurale, di questi poco meno della metà vorrebbe diventare imprenditore agricolo. Quanto a esperienza in agricoltura, quasi la metà dei ragazzi (49%) e la maggioranza delle ragazze (73%) non hanno alcuna esperienza nel settore agricolo. I Paesi "con più esperienza" sono la Finlandia (73% ha avuto almeno un'esperienza in azienda agricola); la Polonia (80%), l'Olanda (65%) e la Lettonia (50%). Finlandia e Polonia sono anche i Paesi in cui è più alta la percentuale di coloro che vorrebbero diventare imprenditori agricoli (72% e 58%).
 
I giovani però intravedono diverse difficoltà per avviare la propria azienda agricola: la mancanza di risorse per gli investimenti è il fattore più importante per i ragazzi italiani (66% degli intervistati), la terra è il fattore maggiormente limitante per quelli olandesi (85%), maltesi (66%) e finlandesi (56%), il reddito insufficiente per sostenere una famiglia è l'elemento che invece maggiormente frena le nuove generazioni francesi (67%- interessante notare come la Francia indichi come prima "virtù" del lavoro agricolo il fatto di lavorare in un ambiente adatto per famiglia e bambini), belghe (58%), lettoni (53%) e polacche (51%); sono comunque questi tre i fattori più importanti in tutti i Paesi, fa eccezione solo la Lettonia dove più della disponibilità della terra risultano importanti agli occhi dei giovani gli imprevisti legati a fenomeni/eventi naturali (calamità naturali, attacchi parassitari ecc.) dell'attività agricola.
 
Il comparto agricolo più scelto è l'allevamento per entrambi i sessi. Al secondo posto per i ragazzi troviamo la viticoltura, mentre per le ragazze l'orticoltura e frutticoltura intensiva. Per finire, uno sguardo al futuro: è qui che la percezione dei ragazzi si mostra quanto mai più in linea con quella che è la direzione che l'agricoltura sta prendendo in questi anni. I giovani definiscono l'azienda agricola come "luoghi che producono cibo di qualità nel rispetto dell'ambiente e del territorio (32% delle preferenze espresse ponderate) e che "oltre a produrre beni alimentari, potranno fornire energia pulita, servizi alla persona-asili nido, agriturismi, fattorie didattiche, vendita diretta dei prodotti ecc. - e produrre occupazione sul territorio (20% delle p.e.p). In futuro, bisogna puntare in ordine sui prodotti locali tradizionali e di qualità e sulla loro certificazione(19% p.e.p.), sulla filiera corta (14% p.e.p.); e investire sui giovani per facilitare il ricambio generazionale (11% p.e.p.).

 
 
 

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