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L'editoriale del terzo numero di "Approccio Leader" si conclude con una affermazione che potrebbe essere considerata da molti difficilmente dimostrabile: "L'attività di networking realizzata in questi due anni ha evidenziato proprio questo: di fronte a problematiche di metodo ma anche gestionali e procedurali gli attori di Leader a tutti i livelli (locale, nazionale e europeo) si sono mobilitati per individuare soluzioni ed elaborare proposte comuni. Già questo è uno dei più importanti risultati dell'approccio Leader: contribuire alla formazione di capitale sociale, istituzionale e non a tutti i livelli (locale, nazionale e europeo), e di processi di dialogo e di coerenza nelle iniziative dei diversi attori che confluiscono così in un unico approccio programmatico".
Per chi ha lavorato anche nelle precedenti fasi di programmazione con questo approccio niente di nuovo: quante volte affermazioni di questo tipo sono state pronunciate dai GAL, cercando di descrivere i risultati del lavoro dei partenariati locali? La stessa CE ha sottolineato il ruolo positivo di Leader in questo senso. Il Regolamento 1698/05 ne i considerando recita "(50) ... Si dovrebbe provvedere a trasportare i principi basilari dell'approccio Leader nei PSR, creandovi un apposito Asse, e definire i gruppi di azione locale e gli interventi da finanziare, tra cui la capacità di partenariato, ..., la costituzione di reti".
Nello stesso tempo gli attori di Leader vivono un timore abbastanza diffuso: di non poter intervenire pro-positivamente a processi decisionali. A maggior ragione in questa fase di programmazione, dove si vive ancora un effetto spiazzamento conseguente all'inserimento nei PSR. Sicuramente alcune difficoltà iniziali ci sono state: il dialogo fra AdG, referenti regionali e OP non è stato sempre fluido (tale problema purtroppo in diversi casi persiste); i GAL hanno avvertito un senso di "abbandono" (visti anche i tempi lunghi di selezione difficilmente spiegabili); la CE viene avvertita sempre più distante dalle specificità della realtà italiana. Percezione ancora più forte se pensiamo che già adesso si discute della prossima fase di programmazione e, consapevoli, di quanto avvenuto fino ad ora, si teme una nuova impostazione di Leader fatta da chi non vive quotidianamente tutte le difficoltà di attuazione dell'Asse IV. (contina)