1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 
Rete Rurale Nazionale
Home Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ENRD Stampa Iscriviti alla newsletter RSS Feed Vai al sito in inglese Twitter Facebook Youtube
RRn
 
Cos'è la RRN
AREE TEMATICHE
ARCHIVI
SERVIZI
 

Contenuto della pagina

Forum Forum - Api

Discussione: riflessioni su APENET

<< <
> >>
Autore Messaggio
Zacchetti Francesca

Venerdì 12/03/10 14:50

riflessioni su APENET

ho sentito e sento tutt'ora critiche rivolte ad Apenet.
Il costo eccessivo?Ovviamente non ho strumenti per valutare, certo che il progetto è ampio, ambizioso, completo o comunque esaustivo almeno negli intenti. Trattandosi di denaro pubblico immagino quali complicazioni burocratiche vi siano dietro ad ogni azione, ed il tempo che passa è denaro.
Comunque saranno i risultati a consentirci di dire se il denaro è stato speso bene.Pare ora che tanti avrebbero potuto fare lo stesso con quattro soldi, ma nessuno aveva mai fatto nulla di simile.Certo che se vi è una sincera intenzione di interventi per salvarguardare il nostro preziosissimo patrimonio apistico, bisogna prima fare chiarezza sulle problematiche che compromettono sopravvivenza e salute delle nostre api.
Apicoltori e portavoce dell'apicoltura hanno lementato il mancato coinvolgimento degli apicoltori medesimi. Ma noi sappiamo come siamo fatti: tanti, testardi, presuntuosi. Riusciamo ad inventarci guerre tra noi e fare lunghe battaglie di opinioni anzichè collaborare per fini necessari.Immaginate quanto tempo sarebbe passato prima di metter d'accordo le teste dell'apicoltura per far partire il progetto?Ed il tempo passa e le api muiono. Mi pare che la situazione nazionale richiedesse interventi urgenti!E comunque se siamo tanto ansiosi di collaborare, perchè sappiamo quanto può essere importante anche l'esperienza di campo, chiunque di noi può farlo, questo anche prima di Apenet, con le schede di segnalazione del CRA-api che pochi hanno deciso di usare, ancor di più ora.Questo stesso forum è un valido strumento se vogliamo dare il nostro apporto, se vogliamo lavorare.
E veniamo agli argomenti scottanti:neonicotinoidi.Qualcuno mette in discussione la credibilità delle prove APENET.
Ricordo quando vennero a casa mia i tecnici (mi scuso se il termine non fosse adeguato)Bayer e Syngenta, li avevo interpellati io perchè le mie api morivano e sparivano quando seminavano mais conciato. Impiegai un po' anch'io a crederci , provenendo da una famiglia di agricoltori in area maidicola. I fatti per me erano tali:le mie api ai primi caldi primaverili partivano con il consueto effervescente e vigoroso sviluppo, poi iniziavano a seminare mais (nelle mia area si coltivano solo mais e riso e per mia fortuna, fortuna prima del vasto utilizzo di semi conciati, le api foraggiano abbondantemente solo sull'incolto), lo sviluppo si bloccava, un po' di api morte davanti agli alveari, un po' scmparse..produttività stagionale degli alveari totalmente compromessa. Ma i signori Bayer e Syngenta sostenevano che in base alle loro prove la dispersione delle polveri concianti non era tale da procurare danni alla fauna entomofila. Dunque?
Beh, i due signori per quanto convinti erano portatori di interesse, io invece non sprizzavo certo di entusiasmo all'idea di mettere in discussione i prodotti Bayer e Syngenta e il lavoro di semina di tutto il vicinato, fratello compreso. Volevo però che le mie api tornassero a star bene, e se mi fossi sbagliata nell'attribuire quelle spaventose mortalità ai concianti dovevo capire quale altra origine avesse il problema.Chi poteve dare una risposta se non la ricerca, LA RICERCA INDIPENDENTE?!
Se permettete diffido un pochino delle prove fatte da chi vende i concianti stessi, non solo perchè sono portatori di interesse, ma perchè per quanto possano essere validi gli esperti, non credo siano però esperti in tale materia.
Per capire cosa accde alle api bisogna osservarle a lungo e con specifica cognizione.
Ad esempio nelle mie osservazioni in campo mi tormentava un aspetto: in seguito alla repentina sparizione di api concomitante alle semine i miei alveari non tornavano più "normali", nemmeno dopo mesi. Effetti sub-letali?Ho trovato in alcuni risultati di Apenet la risposta a ciò che vivevo in modo intuitivo, che vedevo ma di cui non riuscivo veramente a capacitarmi.
Persino il vedere quel "non-normale" delle mie api non era cosa tanto immdediata, riuscivo a comprendere il malessere delle colonie avvelenate solo confrontandole in tempi rapidi con colonie senza problemi.
Pratico apicoltura stanziale in un raggio di trenta chilometri da casa , ed ho apiari anche in un'estesa azienda biodinamica dove ovviamente non si sono mai usati concianti. Posso dunque permettermi di saltellare da un apiario all'altro. Ed ogni tanto dovevo farlo per comprendere le differenze: a parte i dati evidenti quali la grossa sparizione di api concomitante alla semina e la mancata produttività, altri aspetti quali la differenza di popolosità, di condizione delle covate, di vivacità delle api diventavano evidenti solo con un continuo confronto, e questo nonostante da più di vent'anni trascorro moltissimo tempo a guardar api.
E quel polline avvelenato che le api immagazzinavano nel nido? Quanti e quali effeti può dare nel tempo un lento e lungo consumo di veleno?
L'ape è un animale talmente sofisticato e sensibile, l'alveare è un organismo talmente complesso , il cui benessere dipende da una tale complessità di microequilibri. Credo che quando molecole tossiche per l'ape entrano in un alveare, anche qulora non vi fosse una rapida evidente mortalità, le conseguenze possono essere molteplici e la lettura ed interpretazione di queste richiede un lavoro lungo, meticoloso.
Altrettanto dicasi per l'identificazione delle patologie dell'alveare e le loro correlazioni.
Pertanto come apicoltore non posso che ringraziare immensamente tutti coloro che hanno consentito Apenet e tutti coloro che stanno lavorando...poi se i risultati non saranno soddisfacenti passeremo alle critiche.

Massimo Benvenuti

Giovedì 25/03/10 12:05

Re: riflessioni su APENET

Il 15 e 16 febbraio u.s. ho avuto modo di seguire le giornate di approfondimento del progetto APENET, nelle sue differenti linee di ricerca. Il progetto è estremamente articolato ed ha previsto anche la costituzione di una rete nazionale di monitoraggio dello stato di salute delle api. Occorre riconoscere che non è semplice organizzare, in tempi rapidi, un simile progetto, coinvolgendo differenti unità di ricerca e dipartimenti universitari. Già in occasione di tali giornate, che possiamo definire una sorta di "metà progetto di ricerca" sono emersi dei spunti interessanti, come ad esempio la risposta immunitaria, nelle colonie forti, legata all'espressione di un gene (nella linea di ricerca sviluppata dall'Università degli Studi di Napoli "Federico II"), l'elevato riscontro del virus delle ali deformi (DWV) legato alla presenza di varroa, il fatto che il Nosema ceranae facilita la replicazione virale dello stesso virus (nella linea di ricerca "Biosiostema e benessere delle colonie"). Direi sostanzialmente che, a mio giudizio, occorre aspettare la conclusione del progetto per poter eventualmente fare delle valutazioni tecniche finali.

Marco Pezzetti

Mercoledì 07/04/10 16:14

Re: riflessioni su APENET

Il progetto Apenet è stato tracciato in modo adeguato e i primi risultati ottenuti fanno chiarezza su determinati dubbi che l'apicoltura aveva a riguardo, come quelli presentati dagli istituti di ricerca coinvolti nel progetto al congresso dell'apicoltura professionale a Chianciano Terme.
Sul costo eccessivo di un progetto di ricerca, c'è invece da fare una riflessione globale e dire che le necessità di denaro non sono mai esaurienti.
I dosaggi subletali e le eventuali residualità non letali nel pane delle api e nel polline di trappola sarà valutato in un progetto di monitoraggio ambientale sia nella Prov. di Cuneo che in tutta la Regione Piemonte considerando la rete impostata dall'IPLA in collaborazione con i tecnici Aspromiele e il Servizio Fitosanitario del Piemonte.
Saranno tuttavia predisposti degli apiari con delle gabbie di Gary, al fine di valutare anche la mortalità settimanale eccedente la soglia fisiologica. Le api morte in eccesso alla soglia di tolleranza saranno analizzate per quanto riguarda le residualità probabilmente contenute.
E' bene sottolineare che i neonicotinoidi come appurato dalle ricerche, sono delle molecole che disorientano le api, pertanto la mortalità nelle gabbie di Gary può essere non rappresentativa della moria. C'è tuttavia una moria latente che fà morire le api sulle coltivazioni o in natura e che non permette loro di tornare all'alveare. Da qui l'intuizione di dosaggi subletali nei pollini di colture trattate con neonicotinoidi.
E' bene ribadire che gli areali saranno diversi, sia in base all'agroecosistema, che in base all'intensità di urbanizzazione dell'area visitata dalle api monitorate. L'aspetto urbano e fortemente antropico viene trascurato ma và preso in dovuta considerazione.
A ns. parere la strategia multipla di Apenet è sicuramente vincente.
Chi mette in discussione la ricerca Apenet ha una visione di tipo Aristotelico e non di Galileiano metodo. Galileo fu considerato eretico ma in realtà aveva ragione!

C'è anche da dire che le api che non muoiono per i trattamenti insetticidi rimangono stoppate e spesse volte saltano i raccolti importanti incidendo fortemente sull'economia dell'azienda apistica. Se le produzioni sono assenti possono tuttavia essere ridotte con un danno più leggero ma di fatto UN DANNO.

La ricerca di insetticidi mirati e non a largo spettro d'azione è ancora lontanissima dal pragmatismo richiesto dall'apicoltura. Probabilmente la contaminazione ambientale di risorse di cibo e di acqua per le api crea problematiche indirette di non facile valutazione e stima.

Tuttavia i risultati sono soddisfacenti.

Marco Lodesani

Giovedì 08/04/10 12:00

Re: riflessioni su APENET

Le considerazioni della sig.ra Zacchetti relative ad alcune critiche sul progetto Apenet sono totalmente condivisibili. Nonostante sia stato scritto su certa stampa - con molta superficialità, scarsa conoscenza delle ricerche svolte e probabilmente con faziosità -, che ...."i risultati c'erano già..." (Italia oggi del 13/3/'10), la maggior parte degli addetti ai lavori (Associazioni, professionisti, singoli apicoltori ed enti coinvolti) hanno riconosciuto l'impostazione, l'impegno e i risultati - seppur parziali, dato che siamo solo al primo anno di lavoro - che hanno prodotto una quantità di dati che, nel caso ad esempio della sperimentazione sui neonicotinoidi, hanno giustificato la proroga della sospensione cautelativa degli stessi come concianti del seme di mais che da tutto il mondo apistico, senza eccezioni, erano considerati come responsabili della gran parte degli spopolamenti degli alveari esposti alle polveri insetticide. A me sembra un buon esempio di come politica e ricerca, su segnalazione e pressione del mondo operativo, lavorando in sinergia, riescano a dare risposte concrete e rapide ad un problema che, oltre che zootecnico coinvolge tematiche dell'agro-ecosistema.

Zacchetti Francesca

Martedì 13/04/10 07:36

Re: riflessioni su APENET

Ringrazio il dottor Lodesani per la condivisione. In effetti chi muove tante critiche forse non ha ben guardato quanti molteplici aspetti legati al mondo delle api vengano condsiderati dal progetto Apenet, io sono veramente sorpresa dalla ricchezza di questo progetto e credo sia ora di lasciar fare ai ricercatori il loro lavoro anzichè far perdere loro tempo a rispondere ad immotivati quesiti e critiche.
E come diceva il dottor Lodesani, le prove che hanno portato alla proroga della sospensione dei neonicotinoidi sono già un gran risultato.
In questi giorni nella mia area le api sono partite, per usare un termine apistico che so i colleghi comprenederanno bene,... quando gli alveari cominciano a gonfiarsi di api nuove , di nettare fresco, di nuovi profumi ed ogni due, tre giorni hanno bisogno di spazio, nonostante l'andamento climatico sfavorevole come sempre le nostre api riescono a fare i miracoli, credo che per ogni apicoltore questo sia il momento più emozionante della stagione. Quando si usavano i concianti del mais qui finiva tutto in pochi giorni: le api iniziavano a gonfiarsi e poi in concomitanza all'inizio delle semine si bloccavano e ci si ritrovava con più covata che api, con api rimbambite, sofferenti, con alveari che non "andavano più avanti". Invece anche quest'anno nonostante il pessimo inverno e questa primavera fredda, nonostante le perdite che ci sono state per problemi che pure bisognerà risolvere..insomma nonostante tutto, ricordando una frase molto usata e talora sfruttata, anche quest'anno le api sono tornate, sono tornate come un tempo!

<< <
> >>