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13/04/2015

Il Mipaaf avvia un sistema di monitoraggio del paesaggio italiano

Le recenti vicende del Piano Paesistico Toscano e le polemiche suscitate per le sue indicazioni  in merito al paesaggio agrario  riguardano un tema di più ampio interesse,  cioè la valorizzazione delle risorse paesaggistiche dell'Italia e la necessità non solo di intervenire,  ma anche di monitorare la qualità del paesaggio. L'osservatorio sul paesaggio rurale del Ministero dell'Agricoltura ha avviato un sistema di monitoraggio del paesaggio italiano basato su 120 aree fisse su tutto il territorio nazionale. La Toscana ha ricevuto un'attenzione particolare con 9  aree fisse che saranno monitorate. La notizia è stata pubblicata nella edizione regionale de La Repubblica. 


Le vicende del PIT Toscano riguardano un tema di più ampio interesse,  cioè la valorizzazione delle risorse paesaggistiche dell'Italia e la necessità non solo di intervenire,  ma anche di monitorare la qualità del paesaggio. Indipendentemente delle opinioni dei vari portatori di interessi, il valore economico del paesaggio è ormai riconosciuto, ugualmente importante è il suo ruolo ambientale, mentre la sua qualità è inserita  fra gli indicatori di benessere della popolazione gestiti dell'ISTAT. Anche per questi motivi l'osservatorio sul paesaggio rurale del Ministero dell'Agricoltura ha avviato un sistema di monitoraggio del paesaggio italiano basato su 120 aree fisse su tutto il territorio nazionale. La Toscana ha ricevuto un'attenzione particolare, sia perché le metodologie sono state sviluppate qui, sia per il significato del paesaggio regionale a livello nazionale e internazionale.  Saranno monitorati fenomeni in parte già evidenziati dal PIT, ma anche altri che hanno ricevuto scarsa attenzione. Le aree di prevalente interesse viticolo prescelte sono Greve in Chianti, Castagneto Carducci e Montalcino. Assieme ai terrazzamenti storici, ed altri aspetti, sono monitorate le monoculture viticole, aumentate più di dieci volte negli ultimi decenni. Altre aree collinari sono il Montalbano e la Montagnola senese, oltre ad una porzione della Val d'Orcia, patrimonio UNESCO, ma oggetto anch'essa di trasformazioni dell'uso del suolo. San Cassiano, Vallombrosa e Moscheta, sui rilievi appenninici, riguardano alcuni dei paesaggi forestali culturali più rappresentativi della Toscana, mentre a Castagneto sono controllate le pinete costiere. È valutata anche l'avanzata del bosco sulle aree agricole abbandonate, che ha visto incrementi fino all'80%, uno dei fattori di deterioramento più rilevanti a livello nazionale. Firenze è stata scelta per monitorare il rapporto fra superfici urbane e area rurale periurbana, con particolare attenzione alla collina di Fiesole. L'avanzata dell'area urbana, raddoppiata negli ultimi decenni, è espressione del generale problema del consumo del suolo, ma in una città d'arte, sito UNESCO, nota in tuto il mondo, assume un valore particolare. Tutte le aree saranno periodicamente analizzate misurando i cambiamenti e producendo rapporti periodici. Se i grandi processi di trasformazione del paesaggio italiano sono noti, molte delle sue qualità sono legate a dettagli riguardo ai modi con cui si opera sia in agricoltura, sia nel settore urbanistico. Tutti fattori essenziali della nostra identità competitiva.  Se conservare e valorizzare il paesaggio è difficile, si può però tenere sotto controllo la sua evoluzione, valutando sia gli effetti delle dinamiche sociali ed economiche, sia l'efficacia degli strumenti approntati per la sua tutela.