L'acqua e l'agricoltura formano da sempre un binomio inscindibile poiché la seconda non è concepibile senza la prima. Le prime esperienze storiche di agricoltura sono tutte localizzate nelle pianure alluvionali o in prossimità dei corsi d'acqua che assicuravano alle popolazioni umane un costante approvvigionamento idrico.
Ancora oggi la disponibilità di acqua continua a incidere fortemente sui processi produttivi agricoli condizionando gran parte delle produzioni sia in termini di quantità che di qualità del prodotto. Questo vale soprattutto per le aree meno dotate di risorse idriche dove la maggior parte delle colture sono possibili solo grazie all'irrigazione.
L'acqua in Europa
Le risorse idriche teoricamente disponibili nei 15 stati membri di cui si hanno dati aggiornati sono di circa un miliardo e mezzo di metri cubi per anno (m3/anno), con una disponibilità teorica pro capite poco superiore ai 4 mila annui. La risorsa idrica effettivamente disponibile è stimata all'incirca in 1 miliardo e 200 mila m3/anno pari a circa 3.200 m3 annui pro capite totale.
L'uso della risorsa idrica è molto differenziato. Nell'Unione Europea in media il 14% dei prelievi totali di acqua è usato per scopi civili, il 30% in agricoltura, il 10% nell'industria e il 46% a scopo energetico. La maggior parte dell'acqua prelevata non è consumata, ma ritorna al ciclo dell'acqua diventando disponibile, dopo appropriato trattamento o purificazione naturale, per usi successivi.
Nell'Unione Europea la perdita di acqua, dovuta in primo luogo all'evapotraspirazione, è stimata in 77 miliardi di m3 annui, un terzo circa dei prelievi totali.
Le risorse idriche in Italia
L'Italia, rispetto agli altri Paesi, ha una condizione positiva sia in termini di disponibilità teorica di risorse rinnovabili che di disponibilità effettiva pro capite. Ogni italiano ha a disposizione 980 m3/anno, una quantità superiore alla media europea.
Le perdite naturali, la difficoltà di captazione e lo stato delle infrastrutture che costituiscono la rete idrica riducono la disponibilità di acqua dai 164 miliardi di m3 annui teoricamente disponibili ai circa 52 miliardi di m3 utilizzabili.
Nel nostro Paese, il settore agricolo assorbe circa la metà (48%) dell'intera domanda di acqua del Paese, seguito da quello civile e industriale con quasi un quinto (19%) e dagli usi energetici per il 14%. Questa Suddivisione della domanda di acqua cambia di pari passo con i continui mutamenti del contesto di riferimento.
La Pac e le risorse idriche
Per quanto riguarda l'agricoltura, la politica agricola comune (Pac) ha eliminato o sta per eliminare la rete di protezione dei prezzi per la gran parte delle produzioni agricole e zootecniche, prevedendo un premio unico per azienda svincolato dalle produzioni e basato sui pagamenti alle singole aziende negli ultimi tre anni (disaccoppiamento). Questa politica sta producendo dei cambiamenti nella domanda di acqua connessi ai cambiamenti nel panorama produttivo nazionale.
La stessa riforma della Pac, orientata a privilegiare l'eco-sostenibilità, spinge l'agricoltura verso un uso sostenibile della risorsa idrica, abbattendone gli sprechi e i rilasci di inquinanti nelle acque, nel terreno e nei prodotti. L'accesso al premio unico aziendale è infatti vincolato al rispetto di norme di buona pratica agricola (eco-condizionaità). Nello stesso senso va anche la Direttiva comunitaria sulle acque 2000/60.
L'influenza dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di acqua
A incidere in maniera pesante sulle disponibilità idriche e sulle destinazioni d'uso, si è aggiunta nelle recenti decadi la questione dei cambiamenti climatici. Nonostante in Europa non ci sia ancora pieno accordo sulla strutturalità di tali cambiamenti, per quanto riguarda il nostro Paese c'è concordia nel riconoscere che le precipitazioni e le temperature hanno assunto questi ultimi anni un andamento di tipo "tropicale". Si è assistito infatti a una sempre maggiore frequenza di eventi estremi caratterizzati da precipitazioni intense concentrate solo in alcuni periodi dell'anno, alternate a prolungati periodi di siccità. Negli ultimi 20 anni, la porzione di territorio nazionale colpita da fenomeni siccitosi è passata dall'8% al 20%.
Cresce la domanda di acqua
Per quanto riguarda gli altri settori, si sta assistendo a una crescita della domanda di acqua per gli usi civili, per il settore industriale, per l'artigianato e, in particolare, per il settore turistico. Il turismo è il principale antagonista dell'agricoltura, poiché aumenta la richiesta di acqua proprio nel periodo di maggiore stress idrico, quello estivo, e finisce in molti casi per divenire prioritario, considerando i forti benefici che le aree interessate ricevono dalle entrate economiche derivanti dalle attività turistiche.