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Direttiva nitrati, l'Italia ha presentato richiesta di deroga

Campo agricolo

Dopo le Fiandre, si apre una finestra anche per l'Italia?

Il 29 settembre a Bruxelles, nell'ambito del 38° meeting del Comitato nitrati - organo istituito dai Paesi membri dell'Ue con funzioni consultive nei riguardi della Commissione- è stato presentato dalla delegazione italiana lo studio preliminare che serve come base, per la successiva eventuale richiesta di deroga al limite di 170kg/ha/anno di azoto. La richiesta dell'Italia riguarda la possibilità per le aziende zootecniche di elevare la dose di azoto  previsto per la distribuzione di effluenti zootecnici nelle zone vulnerabili all'inquinamento da nitrati, attualmente imposto dalla Direttiva nitrati (direttiva 91/676/CEE). La richiesta che sta prendendo forma riguarda alcune regioni del bacino idrografico del Po (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia), dove i problemi relativi all'applicazione della direttiva risultano più accentuati.
La presentazione sullo stato delle acque e sulle condizioni climatiche, del suolo e del sistema agricolo italiano, sulla base della quale si giustifica una possibile domanda di deroga, ha suscitato interesse da parte dei delegati europei, nonché apprezzamenti da parte del responsabile della Direzione generale ambiente per la direttiva nitrati e presidente del Comitato nitrati, che ha invitato a essere molto prudenti nelle richieste, in particolare in merito al tetto massimo proposto pari a 280 kg/ha/anno di azoto.
Nell'eventualità in cui la deroga dovesse essere concessa, la Commissione europea richiederà alle aziende che aderiranno al regime l'adozione di misure addizionali ai programmi di azione che ripartiranno nel 2010 e 2011; tra queste l'utilizzo delle migliori tecniche disponibili nella gestione dei liquami, al fine di massimizzare la cosiddetta efficienza d'uso agronomico dell'azoto e di non aumentare l'inquinamento da nitrati della acque.
A sostegno di tale processo un ruolo fondamentale può essere svolto dal Piano Strategico Nazionale Nitrati che prevede le seguenti 7 azioni:

1 - Richiesta di deroga in sede comunitaria;
2 - Aggiornamento, razionalizzazione e semplificazione degli aspetti normativi;
3 - Ricerca sulle dinamiche di inquinamento da nitrati e sulle fonti agricole e extra-agricole per un aggiornamento della normativa comunitaria;
4 - Coordinamento e miglioramento dell'efficacia degli strumenti di programmazione esistenti e delle relative risorse;
5 - Utilizzo della programmazione negoziata, per favorire soluzioni che coinvolgano i soggetti dei territori interessati;
6 - Creazione di un mercato degli effluenti zootecnici e suoi derivati e studio di fattibilità per l'istituzione di un sistema inventariale nazionale sulle emissioni agroforestali  contenenti azoto;
7 - Realizzazione di un network permanente sul tema nitrati nell'ambito della RRN.

Azioni queste, per la maggior parte già avviate, come per esempio l'aggiornamento del decreto effluenti, il supporto tramite il PSN dello sviluppo rurale e il rafforzamento degli interventi agro-ambientali previsti nei PSR.
Oltre a queste attività, il PSN nitrati rappresenta la cornice programmatoria, nel cui ambito supportare l'eventuale concessione di ulteriori incentivi/agevolazioni a favore delle imprese, per favorire la ricerca di nuove soluzioni tecniche di gestione e smaltimento degli effluenti zootecnici e per sostenere il processo di innovazione del settore anche alla luce delle "nuove sfide" dell'Health Check della PAC, attraverso strumenti di programmazione d'area per la chiusura del ciclo dell'azoto.
La prima bozza del Piano Strategico Nitrati è stata presentata il 9 settembre scorso alle Regioni e al ministero dell'Ambiente e il 15 settembre alle Organizzazioni sindacali. Tale bozza  è attualmente in corso di aggiornamento, alla luce delle osservazioni espresse dal partenariato istituzionale e socioeconomico.
L'8 ottobre si terrà a Roma un Workshop della Rete che, in linea con l'attività di realizzazione di un network permanente sul tema nitrati, coinvolgerà le organizzazioni sindacali agricole nell'approfondimento delle possibili implicazioni agronomiche e burocratiche della deroga, anche al fine di perfezionare la proposta trasmessa alla Commissione Europea.