Intervenire a livello morfologico e idraulico al fine di tutelare la fauna ittica e la biodiversità dell'ambiente acquatico attraverso la protezione delle specie autoctone. Queste le priorità emerse dall'incontro tematico dal titolo "Acquacoltura e pesca", svoltosi a Parma il 25 maggio scorso.
Si tratta dell'ottavo di una serie di appuntamenti che hanno lo scopo di promuovere la partecipazione attiva per la realizzazione del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po.
All'incontro tematico hanno preso parte, oltre ai rappresentanti della Rete Rurale Nazionale, i principali stakeholders istituzionali e non del settore quali le Regioni del distretto padano (Lombardia, Piemonte), le Province di Como e Rovigo, l'Università degli Studi di Ferrara, i principali Istituti di ricerca (Ispra, Cisba), la Fipsas e il Parco fluviale Po e Orba.
La necessità di migliorare la qualità globale dell'ittiofauna passa attraverso il riequilibrio delle alterazioni ambientali e morfologiche; queste ultime, assieme al mancato rispetto del deflusso minimo vitale (DMV), rappresentano un'insidia per la conservazione degli habitat naturali delle specie autoctone.
Specie a loro volta costantemente minate non solo dalla proliferazione di uccelli ittiofagi in alcune aree, ma anche dall'introduzione di specie più competitive e opportunistiche; di contro permane l'inefficace gestione dei piani di ripopolamento, al cui riguardo è opportuno definire adeguati metodi di valutazione.
L'importanza di coordinare la pianificazione delle Carte ittiche con gli obiettivi della direttiva 2000/60/CE (DQA - Direttiva Quadro sulle Acque) si interseca con l'impiego delle risorse messe in campo dalla programmazione comunitaria e nazionale di settore.
Gli interventi ammissibili dall'asse II del Fondo europeo per la pesca (FEP) e le misure del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura individuano azioni a favore degli allevamenti d'acquacoltura biologica/sostenibile, anche in relazione ai vincoli delle aree Natura 2000 e allo sviluppo della fauna e della flora autoctone.
Le azioni da intraprendere sono state individuate, tra le altre, nel ripristino della morfologia dei corsi d'acqua, nella valorizzazione della pesca sportiva e professionale per il controllo delle specie invasive e nel potenziamento dei sistemi di valutazione e monitoraggio ambientale.