Integrazione delle reti ecologiche esistenti e sviluppo di piani di azione per le specie alloctone anche attraverso la valorizzazione del ruolo dei Parchi. Queste le priorità emerse dall'incontro tematico dal titolo "Reti ecologiche e biodiversità", svoltosi a Parma il 13 maggio scorso.
Si tratta del settimo di una serie di appuntamenti che hanno lo scopo di promuovere la partecipazione attiva per la realizzazione del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po.
All'incontro tematico hanno preso parte, oltre ai rappresentanti della Rete Rurale Nazionale, i principali stakeholders istituzionali e non del settore quali le Regioni e Province del distretto padano, le Università degli Studi di Parma e di Torino, i principali Istituti di ricerca (Ispra, Enea, Cisba), Arpa Piemonte, Confagricoltura, Wwf, Graia srl, i Parchi del Taro e del Ticino Piemonte, oltre al Parco fluviale Po e Orba.
L'importanza della rete idrografica, con riferimento alla conservazione della rete ecologica delle aree tutelate (SIC,ZPS) e vincolate/protette, risulta centrale per il raggiungimento degli obiettivi ambientali della direttiva 2000/60/CE (DQA - Direttiva Quadro sulle Acque).
Il mancato coordinamento fra le reti ecologiche esistenti e la scarsità dei nodi naturali di collegamento possono rappresentare un rischio di diffusione delle specie alloctone; in tal senso anche le misure contenute nei PSR (alla luce dell'Health check) possono sostenere direttamente o indirettamente la conservazione degli habitat naturali, sia tramite il supporto a metodi agricoli biologico-integrati che attraverso i c.d. interventi di rinaturazione, oltre che alle misure dirette alla gestione sostenibile della risorsa idrica.
Questi devono essere integrati con la pianificazione territoriale di altro livello e/o settore (PTA, PTCP) anche con riferimento all'obiettivo di riattivazione della funzionalità ecologica dei fiumi, che impatta direttamente sul grado di biodiversità del territorio.
Le azioni da intraprendere sono state individuate, tra le altre, nel censimento puntuale delle aree "importanti" ai fini della biodiversità (oltre alle aree protette per direttiva), nell'acquisizione di aree agricole e industriali dismesse anche ai fini dell'aumento della funzionalità fluviale e nel monitoraggio degli interventi previsti dai PSR al riguardo.