Rafforzare il sistema della ricerca definendone in maniera efficace politica e strategia e puntare sull'educazione ambientale a tutti i livelli soprattutto rispetto alla gestione sostenibile della risorsa idrica. Queste le priorità emerse dagli incontri tematici dal titolo "Ricerca e innovazione" ed "Educazione e formazione ambientale", svoltisi a Parma il 28 aprile scorso.
Si tratta del quarto e quinto di una serie di appuntamenti che hanno lo scopo di promuovere la partecipazione attiva per la realizzazione del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po.
All'incontro tematico hanno preso parte, oltre ai rappresentanti della Rete Rurale Nazionale (Ismea e Inea), i principali stakeholders istituzionali e non del settore: tra gli altri, la Regione Lombardia, il Cnr, le Università degli Studi di Parma, Modena, Milano e Torino, il Politecnico di Milano e i principali Istituti di ricerca (Cidiep, Cnr Ise, Ispra, Iasma/Cisba, Cnr Ibimet, Enea Cisba, Cnr Irpi, Cnr Irsa - Ricerca acque).
L'integrazione delle conoscenze scientifiche e degli approcci interdisciplinari è centrale per la corretta programmazione e messa in atto delle azioni connesse alla piena attuazione della direttiva 2000/60/CE (DQA - Direttiva Quadro sulle Acque).
Risulta chiaro infatti come la frammentazione dei progetti di ricerca in corso e la loro non sempre diretta connessione con i contenuti del Piano di gestione del distretto idrografico del Po rendano limitata l'incidenza sulle decisioni dei policy makers; anche a causa della mancanza di occasioni pubbliche di diffusione e scambio delle informazioni e delle conoscenze che possano contribuire in maniera significativa alla creazione di una visione condivisa sia a livello tecnico che politico e che tenga conto della complessità ecosistemica.
È quindi necessario un approfondimento conoscitivo che sia in grado di raccogliere tutte le informazioni utili come per esempio le relazioni tra la Direttiva Quadro sulle Acque e la direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat naturali, passando attraverso il potenziamento della formazione dei tecnici competenti per il monitoraggio e il controllo.
In tale direzione è necessario attivare laboratori territoriali per la progettazione multidisciplinare e potenziare le dotazioni degli enti promotori della ricerca finalizzata a tutti i livelli tecnico-scientifici applicati: un percorso che potrebbe passare anche attraverso progetti strategici finalizzati all'applicazione della stessa Direttiva Quadro sulle Acque.
Le azioni da intraprendere sono state individuate, tra le altre, nella messa a punto di indici ambientali omogenei applicabili sul territorio nazionale, nella realizzazione di sistemi di previsione e supporto alle decisioni attraverso l'integrazione dei flussi informativi e nel potenziamento orizzontale dell'educazione ambientale.