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Forum Forum - Api

Discussione: Arnie da 7 favi

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Autore Messaggio
Lorenzi Pietro

Venerdì 12/06/09 08:43

Arnie da 7 favi

Dal 2005 ad oggi svolgo delle ricerche apistiche sul Monte Kulal area Rift Valley - Lago Turkana (Kenya), in area di foresta dai 1660/2300 m.
Le api che popolano l'area sono l'apis mellifera scutellata e l'apis mellifera monticola. Possiamo rinvenire famiglie di una singola specie o miste. Dal 2007 ho notato che durante le sciamature le api vanno a colonizzare le arnie piccole e non degnano di nessun interesse le arnie grandi. Per arnie intendo le Log Hives (quelle tradizionali a tronco scavato). Da tre anni i numerosi bugni tradizionali grandi non vengono accettati. Teniamo presente che anche se siamo in zona di foresta a parte l'umidità notturna, ho notato questo comportamento negli ultimi tre anni, periodo nel quale sono diminuite le piogge. La mancanza di reperimento acqua e la conseguente difficoltà di termoregolazione ha portato queste api ad occupare ambienti piccoli perchè più facilmente governabili. Ritengo pertanto chiedere e consigliare l'utilizzo di arnie a 7 favi data la facilità di gestione dell'arnia e la facilità da parte delle api, generando famiglie forti di poter facilmente controllare e gestire eventuali presenze di parassiti. Ritengo pertanto opportuno sperimentare a creare degli apiari con arnie da 7 favi per osservare e capire meglio il comportamento delle api in simili situazioni l
Ora mi trovo nell'area del Nyanza (Lago Vittoria Kenya) dove stò svolgendo una ricerca apistica sulle potenzialità ambientali e la possibilità di miglioreamento da parte degli apicoltori locali utilizzando arnie Langstroth.

Leonarda Fadda

Lunedì 15/06/09 10:33

Re: Arnie da 7 favi

Ciao Pietro, congratulazioni, prima di tutto, per il lavoro che svolgi in Africa. Sicuramente impegnativo ma che ti consente di realizzare esperienze uniche in campo apistico, sia perchè hai possibilità di lavorare con razze diverse dalla ligustica, sia perchè operi in ambienti decisamente diversi dai nostri! Tornando al tuo articolo, tu esprimi il desiderio e consigli agli apicoltori di utilizzare arnie a 7 favi... Perchè proprio sette? Visto che molti apicoltori usano arnie a 6 favi per i nuclei si potrebbero usare quelli o si compromette lo sviluppo perchè la colonia rimarrebbe troppo piccola? Tempo fa si utilizzavano in Sardegna arnie a 8 favi per la produzione del miele di corbezzolo(ma il tentativo è stato alquanto vano!!!) con lo scopo di "stringere" la famiglia e costringerla a salire a melario. Si può ipotizzare il riutilizzo di tali arnie, secondo la tua esperienza, non solo nel periodo invernale? Un vantaggio certo l'abbiamo già individuato: alveari più leggeri... pensiamo a chi fa nomadismo!!!!

Giuliano Stracci

Giovedì 18/06/09 10:18

Re: Arnie da 7 favi

Riguardo ad arnie piccole ho ideato e sperimentato un alveare che ho chiamato "arnia da produzione rapida" che è a moduli come la Langstroth, ma ha delle proporzioni diverse perché utilizza il telaino da melario Dadant Blatt e questo rispetto alla Langstroth ed alla Dadant spinge la colonia a comportarsi in modo diverso. Il concetto è quello dell'alveare che si adatta alle potenzialità della famiglia e non viceversa. Grazie all'altezza estremamente ridotta del telaino da melario D.B., ed alle sue proporzioni. Utilizzando il metodo che ti allego, con l'uso degli escludiregina, la famiglia tenderà a trasferire quasi tutto il nettare nel melario per lasciare spazio di cova alla regina e questo permette di ordinare e suddividere all'interno dell'alveare la produzione dalla covata evitando, come succede nel D.B. è in minor misura sul L. che la famiglia ritardi la colonizzazione del melario ed il suo riempimento per il trasferimento di parte del prodotto nel nido, che di riflesso toglie spazio di cova alla regina e quindi sballa il rapporto tra superfice di covata e superfice di melario da riempire, infatti, con la possibilità di intercambiare il favo del nido con quello del melario possiamo dare nuovo spazio di cova alla regina, se questa lo richiede, e quindi contenere la sciamatura ed aumentare il numero i individui nella colonia incrementando la produzione.
ARNIA DA PRODUZIONE RAPIDA

Questo nuovo modello di alveare si adatta al carattere di tutte le colonie di api, e quindi consente di sfruttare al meglio le potenzialità produttive di famiglie che lavorano basse, cioè quelle che tendono a stivare tutto nel nido (miele e covata), rifiutandosi di lavorare sul melario. La stessa permette inoltre di sfruttare al meglio le potenzialità di cova di regine che hanno la tendenza a covare su altezze superiori al nido Dadant Blatt. L'arnia consente inoltre di contenere la sciamatura offrendo tutto lo spazio necessario per ogni regina e permette di sfruttare le fioriture brevi e disturbate da eventi climatici avversi.

L'alveare (nido) ha una base identica al nido D.B., ma ha un'altezza interna di 18,5 - 19 cm. che permette di essere riempito con telaini da melario D.B. Questo ci consente di intercambiare il telaio del nido con quello del melario per tutti gli usi di seguito descritti. Anche l'arnia Langstroth ha i telaini del melario uguali a quelli del nido e quindi intercambiabili, solo che questi sono notevolmente più alti di quelli del melario D.B. e quindi offrono una risposta più lenta alla raccolta di fioriture brevi e disturbate da eventi climatici avversi, perché il melario Langstroth è notevolmente più voluminoso del D.B. Inoltre l'arnia langstroth avendo telaini più alti di quelli da melario D.B., induce la famiglia ad accumulare più scorte nel nido rispetto alla stessa allevata su arnia da produzione rapida e questo comporta la produzione di una minor percentuale di covata e quindi di api in rapporto alla superficie del melario da riempire.


MODALITA' D'USO

Il metodo comprende un nido da produzione rapida, due o tre melari D.B. e due escludiregina, che vanno a formare una unità produttiva perfetta.
Per far sviluppare la famiglia su questo nido è bene farlo in primavera mettendo uno sciame naturale nel nido, l'escludiregina ed il melario, oppure volendo formare uno sciame artificiale utilizzando telaini da nido D.B., è bene mettere nido e melario senza escludiregina, nei quali si inseriranno 3 favi da nido D.B. orfani con covata, e per il resto si completa il tutto con telaini da melario con foglio cereo possibilmente già lavorato. Quando sarà sfarfallata gran parte della covata compresa la regina e non appena il nucleo avrà iniziato a portare nettare nei telaini bassi, levate i telaini da nido D.B., se possibile inserite un nutritore a tasca con sciroppo, e finite di riempire nido e melario con telaini da melario D.B. per lasciare che la famiglia si sviluppi su telaini da melarioD.B. Non appena la regina sarà feconda trasferite i telaini contenenti polline e covata nel nido insieme alla regina e mettete l'escludiregina fra il nido ed il melario.
Per preparare lo sciame artificiale con regina feconda, fatelo sempre in primavera, mettete nido e melario senza escludiregina, aggiungete un favo da nido D.B. contenente api, scorte, covata e regina feconda, mettete il tutto possibilmente nella stessa posizione dell'arnia che ha donato il favo lavorato e la regina, in modo da arricchire il nucleo di bottinatrici. Riempite il resto del nido e melario con telaini bassi e possibilmente già lavorati. Non appena la regina avrà iniziato a covare sui telaini bassi, levate il telaino alto (da nido D.B.) e comportatevi come descritto per il nucleo artificiale orfano.

Non appena la famiglia sarà formata sul nido rapido valutate, a seconda della sua forza, se lasciarla sviluppare sul solo nido + escludiregina + melario, oppure se la colonia è molto forte potete far covare completamente il nido, dopodiché trasferite i telaini con covata opercolata nel primo melario a contatto col nido, lasciando la regina nel nido su uno o due telaini contenenti covata aperta e a completamento del nido aggiungete dei favi vuoti e pronti per essere covati (quando si trasferisce la covata opercolata, la regina deve essere lasciata con un minimo di covata aperta nel nido, perché in assenza di questa potrebbe disorientarsi e distogliersi dall'attività di cova). Naturalmente fra nido e melario deve rimanere l'escludiregina e dopo 7-8-9 giorni controllate se sul melario si fossero sviluppate eventuali celle reali togliendole se necessario, dopodiché mettete i telaini del melario, contenenti covata opercolata al terzo piano, sul secondo melario, ed al secondo piano, a contatto con il nido, mettete il melario vero e proprio dove raccoglierete la produzione.
A questo punto partendo dal basso verso l'alto avrete il nido rapido con la regina in fase di cova, il primo escludiregina, il melario, il secondo escludiregina per non invogliare le api a portare nettare sul secondo melario, ed il secondo melario dove sta sfarfallando la covata.
Non appena la regina avrà covato la seconda serie di telaini, se necessario ripetete il processo mettendo la covata opercolata al terzo piano e trasferendo nuovamente i favi dal quale è sfarfallata la covata, dal terzo piano al primo (il nido). Così facendo la regina avrà sempre nuovo posto per covare, la famiglia sarà forte e produttiva e la sciamatura sarà contenuta.
Ovviamente ogni volta che si allontana la covata dal nido e dalla regina, questa deve essere controllata dopo 7-8 o 9 giorni al massimo, perché la carenza di feromone reale potrebbe indurre le nutrici a trasformare qualche residuo di covata aperta in celle reali.
In piena estate ed in autunno, quando le api sono meno invogliate a salire nel melario, a seconda della forza e del carattere della famiglia, potrete decidere se togliere o lasciare l'escludiregina che sta fra il nido ed il melario per facilitarne il riempimento.

INVERNAMENTO

A seconda della condizione climatica in cui operate, potete invernare la famiglia sul solo nido, oppure togliendo l'escludiregina disponete la famiglia su nido e melario senza escludiregina fra i due. Le scorte, se invernate con nido e melario, è bene che siano poste prevalentemente sul melario insieme al grosso della famiglia ed alla regina, perché in alto si concentra il maggior quantitativo di calore. Se occorre mettete un diaframma laterale per il contenimento della famiglia. In territori dal clima freddo è meglio invernare la famiglia con questo ultimo sistema (nido+melario se il fondo dell'arnia sarà di rete) perché permette una migliore conservazione del calore.
Con questo tipo di alveare potrete equilibrare perfettamente le scorte da lasciare alla famiglia trasferendo con facilità favi di miele da un alveare all'altro se sarà necessario; si potrà inoltre utilizzare facilmente il miele meno pregiato per questa operazione.
AVVERTENZA
Per incentivare lo sviluppo dell'apicoltura, limitata in questo periodo da numerosi problemi, ho deciso di non pretendere il diritto d'autore per l'arnia DA PRODUZIONE RAPIDA contenendone così il prezzo di vendita. Vorrei pertanto invogliarvi a provare il metodo di produzione e l'arnia stessa, facendo presente che l'alveare può essere ottenuto anche utilizzando degli alveari D.B. a fondo mobile, tagliati ed abbassati appositamente fino al punto di ottenere un nido con altezza interna di 18,5 - 19 cm., oppure utilizzando dei melari sui quali possono essere attaccati dei fondi mobili, porticine di lamiera e distanziatori da 10 telaini.

Con le proporzioni che ti ho dato, l'alveare puoi costruirlo facilmente o puoi fartelo costruire d qualsiasi produttore di arnie. Spero che funzioni bene anche sull'ape africana, ma se dici che naturalmente scelgono cavità piccole allora penso che potrebbe andar bene.
Ti auguro buon lavoro
Giuliano Stracci



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