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Discussione: Trapani : anno VII dell'Era SENZA VARROA

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Autore Messaggio
Vincenzo Stampa

Domenica 28/03/10 12:26

Trapani : anno VII dell'Era SENZA VARROA

Cari amici,
oggi ( 27 marzo 2010 ) sono stato a controllare un apiario di un mio amico che non può accudirlo per motivi di famiglia.
Gli alveari, circa cinquanta, sono tutti a SpazioMussi© già dalla primavera del 2009, sono fortemente popolati e richiedono il melario alcuni anche il seondo.
In uno in particolare, in seguito al mal posizionamento di un diaframma, ho trovato un intero favo naturale a covata maschile opercolata.
Quale migliore occasione per un controllo della presenza della varroa ?
Così ho ritagliato due quadrati di covata che ho disopercolato e svuotato in cerca della varroa.
Con l'aiuto del mio socio, Leonardo Parisi di Marettimo, ho fotografato le operazioni e dopo avere cercato con attenzione ho trovato una varroa.
Le due porzioni di favo hanno la dimensione di circa dieci centimetri di lato cioè 100 centimetri ciascuna = 200 centimetri quadrati di covata maschile che rapportati alla dimensione del favo di circa 30 x 40 centimetri = 1200 centimetri quadrati significa un sesto della superficie totale. Questo vuol dire che statisticamente in tutte le celle della facciata del favo ci potrebbero essere sei varroe e quindi, in tutte le celle del favo circa dodici varroe.
Ma se invece di dodici ce ne fossero state centododici, cosa cambierebbe ?
Nulla!
Perchè il fatto è : le famiglie sono li, senza trattamento alcuno, e sono vive vegete e produttive.

Scusate, cari amici, ma, è possibile che il metodo funzioni soltanto in provincia di Trapani ?
Il metodo funziona, la domanda è : gli apicoltori funzionano ?
Qui non mi permette di caricare delle foto, ve le mando a richiesta.
Cordiali saluti
Vincenzo Stampa

Massimo Benvenuti

Martedì 30/03/10 18:07

Re: Trapani : anno VII dell'Era SENZA VARROA

Rigurdo a questa esperienza di lavoro, sarebbe utile approfondire l'argomento ed analizzarlo, anche sulla base di precedenti ricerche e sperimentazioni.

vincenzo stampa

Martedì 06/04/10 14:22

Re: Trapani : anno VII dell'Era SENZA VARROA

Sette anni sono tanti; perchè chia ha le strutture, il personale ed i finanziamenti non si è interessato del problema in modo approfondito?
Il compito dell'apicoltore è: esercitare l'apicoltura.
Il compito della ricerca è di altri ma, dove sono questi altri ?
Colpevolmente assenti.

Cecilia Costa CRA-API

Lunedì 12/04/10 16:17

Re: Trapani : anno VII dell'Era SENZA VARROA

Per vostra informazione, negli atti del convegno EurBee 3, svoltosi a Belfast i giorni 8-11 settembre 2008, pp. 65-66, si trova l'abstract: "Impact of comb distance and hygienic behaviour on the colony parameters and infestatin level of Varroa destructor" di Lodesani & Costa. Le % d'infestazione da Varroa sulle api adulte erano significativamente inferiori nelle colonie maggiormente spaziate, ma solo quando i livelli d'infestazione erano elevati. Lo studio dell'impatto del parametro spazio sulle condizioni di benessere della colonia prosegue anche nell'ambito del progetto Apenet.
Cordiali saluti,
Cecilia Costa

Vincenzo Stampa

Martedì 20/04/10 22:08

Re: Trapani : anno VII dell'Era SENZA VARROA

Mi dispiace per il ritardo di questo intervento ma siamo stati molto impegnati con gli apiari, tutti a SpazioMussi©, sistemati sia in aree demaniali nei dintorni di Trapani che nelle isole Egadi, gli alveari richiedono già il secondo melario.
Conosco fin d'allora l'esistenza di questo report, dal calendario dei lavori di EurBee3 2008 reperito via internet.
Ma, al di la dei contenuti, mi sembra di ricordare che nel primo congresso mondiale dei chimici, voluto, organizzato e presieduto da Berzelius e tenutosi a Parigi nel 1815, storicamente famoso per avere traghettato l'alchimia verso le attuali scienze naturali nel loro complesso, fu adottata una serie di regole universali, tuttora valide, per ogni branca della scienza e tra queste la pubblicità dei lavori ed il diritto-dovere di analisi critica da parte di chiunque fosse in grado di produrre anche sperimentalmente prove a favore o contrarie a quanto pubblicato.
Ora nel caso specifico è notorio che tutti gli apicoltori hanno facilmente e abitualmente accesso agli atti di congressi, che si svolgono in mezzo mondo, in lingua inglese; viene spontanea una domanda: i ricercatori lavorano per se stessi o anche per apportare conoscenza e crescita al complesso dell'apicoltura ?
Non è una domanda oziosa o polemica, in questi ultimi anni in cui la mortalità delle api per motivi sanitari è di gran lunga il male maggiore dell'apicoltura ci si sarebbe aspettato, come apicoltori, di potere essere informati attraverso i più diffusi periodici di informazione del settore dei risultati delle ricerche che potrebbero avere influenza sulla pratica della lotta alla varroa, ancora oggi ritenuta la principale responsabile della mortalità degli alveari.
Cordialmente
Vincenzo Stampa

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