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Forum Forum - Api

Discussione: avvelenamenti e patologie

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Autore Messaggio
Zacchetti Francesca

Lunedì 15/03/10 07:53

avvelenamenti e patologie

ero nei giorni scorsi ad un incontro di apicoltura in Lombardia, ovviamente si discuteva delle cause che procurano tante perdite.
Sollevate le consuete problematiche nosema e varroa, un ricercatore ha affermato che, soprattutto in Veneto ed in Lombardia ,quelli sono i veri problemi, non tanto i neonicotinoidi, è su nosema e varroa che bisogna lavorare.
Per l'ennesima volta ho sentito paragonare le due cose.Lo scorso anno in un convegno di Apimell con la sala piena di apicoltori fu proposta un'alzata di mano: chi riteneva che le perdite per avvelenamento da agrofarmaci fossero la problematica più grave e chi invece riteneva varroa e nosema i veri flagelli. Non so perchè si vada spesso a confondere le due cose che possono avere correlazione solo per il fatto che logicamente un essere debilitato da avvelenamento può essere più fragile nei confronti delle patologie, e viceversa. Ma per il resto il tipo di mortalità, il periodo, il tipo di valutazioni, di ricerca sulle due tematiche sono totalmente distinti.Come se ad un convegno sulla tossicità dell'amianto si proponesse un'alzata di mano a chi ha avuto famigliari morti per infarto. BOH!
Nella mia azienda ho regolarmente perdite invernali per patologie che grazie al cielo sono sempre state assolutamente sostenibili, i concianti del mais mi procuravano perdite primaverili di api che erano divenute assolutamente insostenibili. Se un collega mi viene a raccontare che non ha problemi con gli agrofarmaci ma che ha troppe perdite per varroa, non ho alcuna ragione per non credergli o per cercare di convincerlo che le perdite per avvelenamento sono più gravi. Hanno maggior gravità perchè ricadono su tutta la fauna entomofila compromettendo la vitalità del territorio, ma non a livello apistico.Comunque, tornando al convegno di Apimell,su un numeroso campione di apicoltori assolutamente casuale, la cosa significativa è che il risultato fu più o meno metà e metà, si sarebbe dovuta contare ogni singola manina per stabilire una maggioranza, ed ovviamente gli apicoltori avranno alzato la mano in base all'eperienza personale.Conferma di ciò che ho sentito molte volte parlando con i colleghi, avvelenamenti e varroa sono i due flagelli dell'apicoltura.
Ciò che rammarica è che talora chi ha deciso di dedicare maggior attenzione ed energia ad uno dei due sembra che ne debba trarre giovamento se riesce a sminuire l'importanza dell'altro. E questo non ha senso! Non è l'atteggiamento di chi dice di avere a cuore le problematiche e la salvaguardia dell'apicoltura.

Taschler Edi

Mercoledì 17/03/10 00:05

Re: avvelenamenti e patologie

Grazie Francesca x i tuoi preziosi e purtroppo veritieri argumenti.
Volevo solo dire, come si può paragonare le due cose?

Varroa: Se non riesco a controllare la Varroa, le api generalmente mi moiano in tardo estate, l'autunno e l'inverno.
Quelli, che porto in primavera, generalmente mi fanno il raccolto!

L'avvelenamento: Se sono riuscito a controllare la Varroa, e ho portato le mie belle famiglie in primavera, accade che un certo momento non li vedi più crescere, non "decollano", anzi diminuiscono, vedi comparire delle patologie della covata, non fai il raccolto,o lo fai molto limitato, e se tutto va storo ti moiano pure, o trovi in autunno le arnie vuote.
Tanti apicoltori non hanno mai osserrvato un avvelenamento, o perchè non osservano e danno la colpa a mille altri motivi, o perche sono fortunati e non sono stati colpiti.
Non è facile da diagnosticare un avvelenamento x un apicoltore che guarda tutti giorni dentro le sue casse, figuriamoci x un tecnico della Bayer che ha tutto l'nteresse di no vedere!!
Non scrivo bene come Francesca, spero che si capisca comunque quello che volevo dire.
Speriamo che il nostro bel Planeta non deve soffrire troppo solo x il "DIO DENARO".

Sergio Brizio

Domenica 21/03/10 09:24

Re: avvelenamenti e patologie

E' difficile riuscire a riassumere in poche righe gli stati emotivi e le situazioni vissute in diversi anni di moria di api, in particolare gli ultimi due prima del blocco dei neonicotinoidi... vedere che quanto si era costruito con passione e determinazione andava giorno dopo giorno a catafascio a causa di cosa non si sapeva esattamente, finché le supposizioni divenivano sempre più concrete e le prime analisi ci mettevano davanti una REALTA' che faceva paura e disorientava allo stesso tempo... cos'era giusto, arrivati a questo punto, se non lottare e portare alla luce quanto più possibile il motivo che stava spegnendo il nostro lavoro e la nostra passione? Fortunatamente la coesione tra gli apicoltori consci e certi della situazione (purtroppo stranamente non tutti, e di questo ancora ci si rammarica perché tanti punti di domanda rimangono ancora aperti... perché tanto timore?) ha fatto sì che i neonicotinoidi siano stati sospesi a " scopo cautelare "... ma perché cautelare?? Le analisi, fatte in diversi momenti, in diversi luoghi e a più riprese, hanno accertato che il danno proveniva proprio da quelle sostanze... Perché dobbiamo temere ogni anno che la disposizione venga improvvisamente revocata con problemi non solo ai redditi degli apicoltori ed ai loro buon cuori ma all'intero eco-sistema? E' forse necessario che qualche persona torni a frequentare la scuola primaria perché é da lì che insegnano quanto importanti siano le api per il benessere dell'intero pianeta? Lo leggevo proprio ieri sul libro di scienze di 4^ di mio figlio... devo forse strappare la pagina? oppure alle elementari ancora é presto per spiegare che più che le api é il dio denaro a far girare bene il mondo??
Non voglio escludere che varroa e nosema siano un grave problema e che abbiano creato devastazioni su ampia scala, ma indubbiamente si manifestano con sintomatologie e tempi ben diversi... chi ha avuto modo di scontrarsi con la allucinante, veloce e distruttiva realtà dei neonicotinoidi nella propria zona ben lo sa...
Ora la stampa sta preannunciando l'arrivo di nuovi sistemi di produzione che mi lasciano perplesso ed angosciato su quello che sarà il futuro, mio, dell'apicoltura e di noi tutti come esseri viventi...

Piotr Medrzycki

Mercoledì 07/04/10 15:35

Re: avvelenamenti e patologie

È evidente che i fattori di danno alle api sono numerosi. Tra questi, i più conosciuti sono le patologie e i trattamenti fitosanitari. Tuttavia il problema delle morie e spopolamenti non è così semplice come potrebbe sembrare. Infatti, lo stesso fattore in certe circostanze provoca seri danni e in altre è apparentemente innocuo. Successivamente alla revoca dell'autorizzazione di 4 principi attivi usati per la concia (imidacloprid, clothianidin, thiamethoxam, fipronil), il MiPAAF ha finanziato un progetto nazionale APENET coordinato dal CRA-API, con l'obiettivo di dare luce sul meccanismo di questi preoccupanti fenomeni che, ricordiamo, creano danni economici all'apicoltura, ma ci indicano che probabilmente sono sottoposti a grave rischio anche altri organismi occupanti le stesse nicchie ecologiche (per esempio apoidei selvatici) e di conseguenza l'intero ecosistema. Il progetto è articolato in diverse linee di ricerca. La base è costituita da un monitoraggio, su scala nazionale, dello stato di salute delle api, ma altre ricerche ad hoc hanno come fine lo studio degli effetti di diversi potenziali fattori sulle api (tra cui quelli ovvi, come patologie e trattamenti fitosanitari). Tuttavia il progetto presenta alcuni aspetti molto innovativi, relativi soprattutto allo studio degli effetti sub-letali e sinergici di più fattori. Per quanto riguarda gli effetti sub-letali, ricordiamo che le api sono insetti sociali ed un fattore che, pur non causando la morte dell'individuo, provoca l'alterazione del suo comportamento, può essere dannoso o addirittura, letale a livello dell'intera colonia. Questo a causa del fatto che la cura della regina e la covata sono a completo carico degli individui adulti. Per quanto riguarda gli effetti sinergici, si sta studiando come agisce un parassita su una colonia debilitata da avvelenamento sub-letale da fitofarmaci e vice versa, cioè che effetti può provocare un lieve avvelenamento su una colonia debilitata da patogeni presenti a livello subclinico. Ci auspichiamo di ottenere risposte concrete e definitive nel corso dello svolgimento del progetto APENET. Tuttavia un progetto di due anni non potrà mai esaurire tutti i quesiti posti. Per questo si spera nella possibilità di rendere la rete di monitoraggio permanente e strutturale del nostro sistema agro-ambientale in quanto costituirebbe la base per tutte le ricerche scientifiche nel campo delle morie e degli spopolamenti.

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