6 ottobre 2008 - Treviso
Le aree rurali si estendono nel nostro Paese per oltre il 90% della superficie nazionale. In questi territori abita e lavora oltre il 45% della popolazione italiana.
Ma l'importanza di queste aree non risiede solo nella loro capacità di contribuire alla crescita economica del Paese.
Esse, infatti, sono anche il volano del nuovo modello di sviluppo sostenibile promosso dall'Italia e dall'Europa.
Nelle aree rurali si vive di agricoltura o delle opportunità che essa offre. Esse non sono soltanto la risposta alle richieste della società civile e alla insostenibilità della vita nei grandi centri urbani, ma il motore creativo di nuove opportunità occupazionali, soprattutto nel settore dei servizi del turismo.
Un'impresa agricola intesse oggi relazioni più profonde con la società civile e si trasforma, in senso multifunzionale, per rispondere ai bisogni manifestati dalle comunità locali. Comunità che sono il cuore pulsante del Paese.
Questo processo di cambiamento contribuisce a mantenere o a ricreare quella eterogeneità di paesaggi, colture, tradizioni e prodotti che caratterizzano il nostro Paese e che sono alla base dell'identità dei territori, della loro competitività e della capacità di migliorare la qualità della vita di chi vi risiede e lavora.
L'eterogeneità ambientale e la presenza di un numero crescente di attori e di relazioni con l'esterno in queste aree, ne fa a pieno titolo un sistema complesso, che non può essere governato, e quindi guidato, verso quegli obiettivi di sviluppo sostenibile, di coesione ed equità, obiettivi comuni e condivisi in Europa, se non attraverso nuovi strumenti e istituzioni.
Flessibilità, partecipazione dei cittadini, sostegno alla crescita del capitale umano e sociale, garanzia di accesso all'informazione e ai nuovi sistemi relazionali della società civile, anche per le comunità e le attività più periferiche: sono queste le caratteristiche che devono avere i nuovi strumenti di governo del mondo rurale, che avrà nel federalismo fiscale un potente motore economico.
La Rete Rurale Nazionale si propone come punto di riferimento e coordinamento principale fra i diversi strumenti e attori che operano nel settore. Un obiettivo ambizioso, che può essere raggiunto solo mettendo a "sistema" e disegnando percorsi di sviluppo condivisi.
La RRN vuole essere la trama di un sistema agricolo forte e in grado di rispondere con tempestività alle richieste delle realtà locali, capace di valorizzare quelle realtà e, al tempo stesso, di trasferire modelli ed esperienze che accrescono la qualità della vita e la competitività dei singoli territori.
Il progetto che vi presentiamo oggi, oltre al Ministero che mi onoro di presiedere e agli Enti ad esso collegati, coinvolge, attraverso il Tavolo di partenariato, tutti coloro che conoscono l'importanza delle nostre aree rurali e sono impegnati a sostenerne lo sviluppo.
Luca Zaia
Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali