Il 29 giugno 2011 la Commissione ha presentato la proposta relativa al quadro finanziario per il periodo 2014-2020. Il livello di risorse viene fissato in 1.025 miliardi (1,05% del Pil) dell'Unione, mentre in termini di pagamento ammonta a 97 miliardi di euro (1% del Pil). Riportiamo di seguito una sintesi dei punti principali contenuti nel documento con riferimento alle risorse finanziarie previste per l'agricoltura.
BUDGET AGRICOLO.
Per quanto riguarda le risorse destinate al finanziamento della Pac, la proposta prevede una riduzione: rispetto ai 413 miliardi dell'attuale programma 2007-2013, la nuova fiche finanziaria proposta ammonta a 382,9 miliardi (prezzi costanti 2011), abbassando così al 36% l'incidenza della spesa agricola sul bilancio comunitario, a fronte del 39,4% stimato nel periodo 2007-2013.
Le spese riferite ai pagamenti diretti Pac e alle misure di mercato (il cosiddetto I° pilastro) ammontano a 281,8 miliardi di euro. Allo Sviluppo rurale il budget proposto è pari a 89,9 miliardi di euro contro i 96 miliardi dell'attuale programmazione. Il quadro finanziario per l'agricoltura è completato da una griglia di misure trasversali: ricerca e innovazione (4,5 miliardi), sicurezza alimentare (2,2), riserva per far fronte a situazioni di crisi (3,5), aiuti agli indigenti (2,5), fondo per la globalizzazione (2,5). Da segnalare infine i 6,6 miliardi di euro previsti per la politica della pesca.
Fin qui i numeri proposti, che andranno poi verificati a negoziato concluso. Ma non meno importanti sono le novità indicate nel documento per quanto riguarda gli obiettivi della Politica europea e i meccanismi di sostegno al settore agricolo.
In linea con i principali generali cui è improntato il bilancio europeo, anche la Pac sarà chiamata a contribuire agli obiettivi di Europa 2020. Oltre che assicurare livelli stabili di reddito per gli agricoltori europei, il budget sarà quindi utilizzato non solo per aumentare la produttività, assicurare un adeguato standard di vita alle comunità agricole, stabilizzare i mercati, assicurare la disponibilità di approvvigionamento e che i prodotti raggiungano il consumatore a prezzi ragionevoli, ma essa dovrà contribuire anche alla gestione sostenibile delle risorse naturali, alla lotta al cambiamento climatico e supportare lo sviluppo territoriale.
Viene confermata l'architettura della Pac, basata sui due pilastri: il primo più verde e più equamente distribuito; il secondo pilastro, più focalizzato sulla competitività e l'innovazione, i cambiamenti climatici e l'ambiente. Ci saranno comunque cambiamenti, anche sostanziali. Insieme a una auspicata maggiore flessibilità tra i due pilastri.
AIUTI DIRETTI.
Per quanto riguarda gli aiuti diretti, il documento conferma che il 30% dei pagamenti sarà condizionato al cosiddetto "greening". Sul riallineamento dei premi tra i diversi Stati membri, già annunciato dalla Comunicazione della Commissione lo scorso novembre, il documento sulle prospettive finanziarie dà qualche indicazione più precisa. Per garantire una distribuzione più equa delle risorse, il livello dei premi a ettaro sarà progressivamente adeguato: tutti gli Stati membri con pagamenti diretti al di sotto del 90% della media attuale, recupereranno gradualmente, entro il 2020, il 30% di questo differenziale negativo, con un travaso di fondi dai partner che sono sopra la media europea. Previsto anche un tetto massimo ai pagamenti diretti alle grandi imprese: su questo punto la Commissione propone che la somma risparmiata sia riallocata nel budget dello Sviluppo rurale e trattenuta all'interno dello stanziamento dello Stato membro in cui si è originata.
SVILUPPO RURALE.
Per quanto riguarda il budget del secondo pilastro , oltre alla riduzione del plafond finanziario, di cui si è detto, va precisato che la sua ripartizione tra gli Stati membri sarà calcolata sulla base di criteri oggettivi. Un'altra novità molto importante riguarda il fatto che il Feasr sarà incluso nel quadro strategico comune relativo ai fondi strutturali e nel contratto di partnership Stato-Commissione Ue. E come tale sarà soggetto alle previsioni sulla condizionalità previste per gli altri fondi strutturali.
In linea con l'approccio territoriale, previsto dal Trattato di Lisbona, la Commissione propone infatti di stabilire un quadro strategico comune a tutti i fondi strutturali, per far si che gli obiettivi di Europa 2020 siano trasformati in priorità di investimento. In termini operativi, la Commissione propone di concludere un contratto di partnership con ogni Stato membro. Questi contratti stabiliranno l'impegno del partner a livello nazionale e regionale di utilizzare i fondi allocati per implementare la strategia Europa 2020, un quadro di performance nei confronti del quale il progresso sugli impegni può essere valutato. Per rinforzare la performance, saranno introdotte nuove condizionalità: nella forma ex ante, le condizioni dovranno realizzarsi prima che i fondi vengano corrisposti; le condizioni ex post, invece, saranno prese in considerazione per il rilascio del contingente di fondi addizionali sulla performance. La mancanza di realizzazione di queste condizioni potrà determinare la sospensione o la cancellazione dei fondi.