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Stop ai grandi campi fotovoltaici

girasoli e pannelli fotovoltaici

Nessun limite per il biogas

Il decreto legislativo approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri per riscrivere il capitolo degli incentivi alla produzione di energie alternative ha importanti ricadute anche per il settore dell'agricoltura.  In particolare nella produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Sono invece usciti di scena, nel testo definitivo varato dal Governo, i limiti inizialmente previsti per la coltivazione di vegetali all'interno dell'azienda agricola destinati ad alimentare gli impianti a biogas.
Per quanto riguarda il fotovoltaico, in coerenza con l'obiettivo più generale del provvedimento che mira a frenare lo sviluppo selvaggio dei pannelli solari,  il Governo ha recepito la proposta presentata fin dall'inizio dal Ministro delle Politiche agricole, Giancarlo  Galan, di porre un freno ai grandi impianti collocati a terra nelle aree agricole che, dall'entrata in vigore del decreto, non potranno avere una potenza nominale superiore a un MW.  Un secondo vincolo prevede che non possa essere destinato all'installazione degli impianti più del 10% della superficie del terreno agricolo di cui l'agricoltore ha la disponibilità. Infine, per evitare un'eccessiva concentrazione, nel caso di terreni appartenenti allo stesso proprietario, gli impianti dovranno essere collocati a una distanza minima di due chilometri.
Questi limiti generali prevedono due deroghe: non si applicano ai terreni abbandonati da almeno cinque anni, né agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del decreto o per i quali sia stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro l'1 gennaio 2011, a condizione in ogni caso che l'impianto entri in esercizio entro un anno dall'entrata in vigore del decreto legislativo.
"Con questo provvedimento - ha commentato il Ministro Galan - non permetteremo i grandi campi fotovoltaici, che sono una bestemmia dal punto di vista paesaggistico e un insulto all'agricoltura, visto che sottraggono grandi superfici".
Le nuove norme sono state commentate positivamente dalle organizzazioni agricole, compresa Confagricoltura che in una prima fase aveva criticato il limite del 15% della coltivazione di materie prime da destinare alla produzione di biomasse. Limite che alla fine è stato cancellato.