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Verso la rete nazionale degli Osservatori per la Biodiversità

immagine cannocchiale

La Strategia Nazionale per la Biodiversità nel recepire la visione e gli obiettivi per il prossimo decennio scanditi a livello globale e a livello comunitario, si basa sul presupposto che l'uso sostenibile della Biodiversità debba tenere conto dell'insieme delle sue funzioni quali quella ecologica, economica, sociale, culturale ed etica. Dall'impostazione della Strategia emerge chiaramente che la tutela della Biodiversità si integra sul territorio con le azioni di sviluppo sostenibile ma, nello stesso tempo, necessita di una forte sinergia tra i vari livelli di attuazione, a partire da quelli locali e regionali che giocano un ruolo fondamentale. È dal basso, infatti, che si riesce a costruire comunità sostenibili, sia in ambiente urbano che in ambiente rurale, ed è dal basso che si possono percepire appieno i valori intrinseci della Biodiversità e le necessità per la loro tutela e valorizzazione. Peraltro, il processo partecipativo e il confronto istituzionale conclusosi con l'approvazione della Strategia in Conferenza Stato Regioni lo scorso ottobre, ha permesso di far emergere, nell'Anno Internazionale per la Biodiversità, l'importanza di una governance fra  Amministrazioni centrali, Regioni e P.A. responsabile e consapevole della necessità di attuare la Strategia nazionale con un approccio multidisciplinare ed una forte condivisione e collaborazione tra i decisori politici e le Amministrazioni centrali e regionali. Per tali motivi, all'interno della Strategia sono state individuate le modalità di attuazione tra cui un Osservatorio Nazionale e una Rete di Osservatori e Uffici regionali per la Biodiversità, con il compito di favorire il necessario coordinamento delle attività di conservazione e di monitoraggio degli elementi della Biodiversità e dei servizi ecosistemici. Gli Osservatori Regionali per la Biodiversità italiani finora costituiti di concerto tra gli Enti Regionali e la comunità scientifica (Università, Musei, etc.), nonché quelli di futura costituzione, avranno un ruolo attivo nella attuazione della Strategia a livello territoriale, e nel conseguente monitoraggio degli effetti. Oggi si ravvisa dunque, la necessità di attivare il confronto per lo sviluppo di una "rete" nazionale degli Osservatori Regionali, discutendone le potenzialità, le possibili modalità di gestione e di funzionamento nonché i rapporti che la stessa dovrà avere con l'Osservatorio Nazionale. Questo percorso si inserisce in un momento storico in cui la raccolta e la gestione dei dati territoriali indispensabili per la valutazione ed il monitoraggio dello stato di conservazione delle componenti la Biodiversità, è al centro di un'importante fase di riorganizzazione, a livello nazionale ed europeo. Il workshop di Trevi ha rappresentato un primo confronto teso alla condivisione di un percorso di sviluppo per la rete nazionale degli Osservatori Regionali che preveda anche il coinvolgimento attivo della Rete Rurale Nazionale. La Regione Umbria, con l'incontro di Trevi, ha portato all'attenzione degli enti regionali italiani una proposta di coordinamento, sulla base delle esperienze già esistenti, e avviare il percorso di governance interregionale necessario al raggiungimento degli obiettivi individuati dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità per il 2020.