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I giovani agricoltori consapevoli della crisi ma più ottimisti e più positivi della media per il futuro

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 Pubblicato il focus  della Rete sulle imprese condotte da giovani, relativo al secondo semestre 2009 e alle attese per il 2010. A fronte di una congiuntura agricola nazionale caratterizzata da condizioni prevalentemente negative, gli operatori under 40 nell'ambito dell'indagine hanno denotato sì una chiara consapevolezza della fase critica in atto ma, allo stesso tempo, un atteggiamento più positivo e intraprendente, e più ottimista della media riguardo al futuro. Una tendenza, questa, confortata dalla maggiore propensione da parte dei giovani imprenditori ad intensificare la produzione-allevamento impiegando un maggior quantitativo di input produttivi
Roma, 5 Luglio 2010 - Lo scenario che si evince dall'indagine qualitativa condotta da Ismea su un campione ragionato di circa 800 aziende agricole interpellate a fine 2009 (per la congiuntura del terzo trimestre 2009) e nei primi mesi del 2010 (per quella del quarto trimestre 2009) non è dei migliori: in generale, gli operatori si sono espressi negativamente sull'andamento delle rese, della produzione, dei prezzi, della domanda e delle vendite agricole, nonché sull'evoluzione del fatturato del 2009 rispetto all'anno precedente.  Elementi interessanti per il futuro arrivano però da un focus  sulle aziende condotte da giovani under 40 relativamente al clima di fiducia ed ai comportamenti adottati dai giovani in rapporto a quelli degli  operatori agricoli in generale a fronte dell'andamento della congiuntura agricola.
Per quanto riguarda la produzione, In merito alle decisioni colturali-produttive, nella seconda metà del 2009 le aziende del Panel Ismea, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno apportato sostanziali modifiche rispetto a quanto precedentemente programmato. Sebbene l'evoluzione delle coltivazioni- produzioni sia risultata perlopiù in linea con le attese degli agricoltori per il periodo, un  29% si è espresso per un'evoluzione inferiore; solo un 3% ha dichiarato un'evoluzione superiore alle aspettative; mentre il 64% delle aziende ha appunto indicato un'evoluzione allineata alla attese. Non emergono grandi differenze a seconda che l'azienda agricola sia condotta da un uomo o da una donna, mentre se si tiene conto della fascia di età, i conduttori con meno di quaranta anni sono risultati meno pessimisti circa l'evoluzione delle coltivazioni-produzioni.
Per quanto riguarda i costi correnti totali, Le spese totali per l'acquisto dei mezzi correnti di produzione negli ultimi sei mesi del 2009 sono risultate sostanzialmente stabili rispetto a quelle sostenute nello stesso semestre dell'anno precedente, e non ci sono scostamenti significativi per classi di età e sesso del conduttore.
Ancora, molto interessanti i dati che emergono sulla commercializzazione: le aziende, a prescindere dai mercati di destinazione delle proprie produzioni, in diversi casi hanno risposto di non essere informate sull'evoluzione della domanda nazionale e, soprattutto, estera (nella misura del 12% nel primo caso e del 53% nel secondo), a dimostrazione del fatto che ancora oggi le scelte colturali- produttive delle aziende nazionali non sono bene allineate alle reali potenzialità del mercato. Tra i giovani, tuttavia, il fenomeno della "non informazione" è risultato un po' più contenuto (7% la quota nel caso della domanda nazionale; 46% nel caso della domanda estera).
Anche sul fronte dei prezzi, l'andamento del secondo semestre del 2009, rispetto al semestre corrispondente del 2008, è risultato alquanto negativo e quindi penalizzante per le aziende agricole. Leggermente meno negativa però la percezione di tale flessione da parte dei conduttori più giovani e dei conduttori donna.
Complessivamente, il 2009 non è risultato un anno positivo per l'agricoltura italiana. Sul fronte economico, in termini di fatturato, il 53% delle aziende del Panel ha segnalato di non avere registrato variazioni rispetto all'anno precedente; una quota di operatori pari al 4% non ha risposto al riguardo; mentre un 7% si è espresso nel senso di un aumento e il rimanente 36% nel senso di una flessione. In generale, emerge quindi una situazione stazionaria tendente al ribasso (indicatore: 0,35, rispetto ad una modalità centrale o "neutra" pari a 0,5), percepita con minore enfasi dagli agricoltori "under 40" (0,40) e dalle aziende di allevamento di animali da carne e di bovini da latte (rispettivamente 0,40 e 0,41).
Una controprova emblematica rispetto alla tendenza, da parte dei giovani operatori under 40, ad una visione più costruttiva e ottimistica per il futuro, è data da un altro elemento.  A fine 2009 è stato chiesto alle aziende se, a fronte dell'andamento corrente della produzione e degli affari, intendevano intensificare la produzione-allevamento impiegando un maggiore quantitativo di input produttivi: il 90% delle aziende del Panel ha risposto di "no" e,  al netto dell'1% di non risposte, solo il rimanente 9% ha risposto di "si". Tale quota abbastanza moderata, nel caso dello strato delle aziende condotte da agricoltori di età inferiore ai quaranta  anni è risultata doppia rispetto a quella media e quindi significativa (18%) a dimostrazione per l'appunto di un atteggiamento di riposta pro-attivo delle aziende giovani alle difficili circostanze esterne.