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Progettazione territoriale: strategia per lo sviluppo locale

La progettazione integrata territoriale ha lo scopo di attivare partenariati pubblico-privati con l'obiettivo di sviluppare programmi di intervento finalizzati allo sviluppo di aree territoriali solitamente sub-provinciali. I Progetti integrati sono uno strumento di programmazione basato su due elementi fondamentali: un processo programmatorio che vede il coinvolgimento degli attori economici e sociali del territorio oggetto d'intervento, la definizione di interventi integrati tra loro e finalizzati al raggiungimento di un comune obiettivo di sviluppo locale.
Le Regioni che hanno previsto la progettazione integrata territoriale sono 10: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Umbria.
 
Le caratterizzazioni e gli obiettivi dello strumento sono estremamente varie tra Regioni:

- Campania e Calabria individuano nel PIT uno strumento per l'attivazione di interventi pubblici di natura infrastrutturale. In particolare, la Campania prevede di utilizzare i progetti integrati territoriali (PIRAP) nelle aree protette, per promuovere interventi di natura infrastrutturale finalizzati alla valorizzazione del territorio soggetto agli Enti Parco. I PIAR calabresi sono destinati agli Enti locali per opere di infrastrutturazione pubblica con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle aree rurali.

- Marche, Umbria, Piemonte, il Veneto per il PIT Ambiente e l'Emilia Romagna per gli Accordi agroambientali locali utilizzano i PIT come strumenti di attuazione di strategie a carattere ambientale In particolare, i PIT si configurano come strumenti tesi a favorire accordi agro-ambientali territoriali il cui scopo è l'assunzione di responsabilità collettive da parte degli operatori economici del territorio che sottoscrivono un impegno con la comunità locale di appartenenza a fronte di vantaggi economici e facilitazioni nella fornitura di servizi da parte degli Enti locali. Il soggetto promotore è l'Ente locale, i beneficiari delle misure gli operatori locali o gli Enti pubblici nel caso siano referenti del bene oggetto d'intervento.

- Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna per i Patti per lo sviluppo locale integrato, Lazio, Lombardia e Veneto per il PIT Turismo sembrano vedere nei PIT uno strumento molto simile al Leader. Gli obiettivi e i presupposti dello strumento lasciano intendere, abbastanza chiaramente, che le Regioni vogliono offrire a più territori e a partenariati di varia natura la possibilità di misurarsi con la programmazione di area basata su presupposti di partecipazione, condivisione e gestione locale.

Comunque, a seconda della caratterizzazione data al PIT cambia la struttura di funzionamento dello stesso.
La Campania affidando la gestione del PIRAP agli Enti Parco non prevede alcun partenariato cui affidare le funzioni attuative del progetto. Le comunità locali sono chiamate solo a titolo consultivo per l'attivazione di una strategia di intervento a carattere territoriale.

La Calabria prevede partenariati essenzialmente pubblici cui è affidata la gestione del progetto. Il processo di attivazione vede momenti negoziali, ma, in linea di massima, il coinvolgimento degli attori economici e sociali è limitato, anche in questo caso, a momenti consultivi.
Nel caso dei PIT a valenza agroambientale lo strumento sembra assumere le caratteristiche di un progetto di filiera il cui comparto di riferimento è il territorio, l'obiettivo è la valorizzazione ambientale e paesaggistica, i beneficiari sono gli operatori locali che si impegnano con la comunità a fronte di vantaggi in termini di servizi ed agevolazioni. Come dicevamo l'Ente pubblico è promotore mentre le partnership sono di natura mista.
Per quanto riguarda i PIT più simili ai Piani di Sviluppo Locale (PSL) del Leader ritroviamo caratteristiche di funzionamento assai simili a quelle proposte dall'approccio dell'asse 4.

Il progetto integrato territoriale è proposto, nell'ambito della programmazione regionale, con caratteristiche estremamente differenziate. Spesso è una mera integrazione di misure, altre volte propone esclusivamente l'assunzione di impegni reciproci tra Enti pubblici e privati, mentre, nella sua versione più completa e rispondente all'idea di strumento proposta dal PSN (ossia quando la concertazione locale si traduce anche in progettazione e assunzioni di responsabilità gestionali condivise) ripropone il metodo Leader. I PIT si configurano come uno strumento flessibile e adattabile ad esigenze che altre tipologie di strumenti affronterebbero con maggiore difficoltà.
Al 15/03/2010, sono 5 le Regione che hanno attivato i PIT per un totale di 160 milioni di euro.