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OCSE Tavola rotonda sullo sviluppo sostenibile - Parigi, 25 febbraio 2010

I temi dell'incontro e il documento conclusivo su buone pratiche e politiche per affrontare il problema delle emissioni del settore zootecnico

La tavola rotonda ha visto la partecipazione di un'ampia platea proveniente dal mondo politico, amministrativo ed economico. Erano presenti tra gli altri il vice ministro dell'agricoltura giapponese, il ministro dell'agricoltura e sviluppo rurale portoghese, il ministro dell'agricoltura neozelandese. 
L'incontro si è aperto con una breve presentazione da parte del coordinatore del tavolo, Mr Simon Upton che, nella sua esposizione, ha fatto anche una previsione sull'aumento dei fattori emissivi nel settore zootecnico da qui al 2050, particolarmente preoccupante dal momento che la zootecnia occupa, direttamente o indirettamente, il 70% della superficie agricola. 

Il proseguo della discussione si è incentrato sui seguenti interrogativi (documento di dicussione: "Livestock and climate policy: less meat or less carbon?"): 

1 - le politiche relative ai cambiamenti cimatici nei paesi OCSE devono specificamente occuparsi dell'influenza sulle produzioni animali, o devono concentrarsi nella riduzione delle emissioni del settore zootecnico?
Diversi gli aspetti sui quali ragionare, es.  come fare in modo che i prezzi della catena alimentare riflettano i reali costi ambientali, come informare il consumatore dell'impatto ambientale dei vari prodotti, in modo da lasciare  al consumatore la scelta di acquistare  prodotti con impatto maggiore o minore.
Quantificare le emissioni richiede uno sforzo enorme e a parità di azienda e produzione possono esserci differenze notevoli, da mettere in relazione ai cicli produttivi, ai suoli usati, alle  pratiche agronomiche impiegate, ecc.
Sono stati anche evidenziati  l'impatto della ricerca ad es. sull'aumento della produzione dei capi e l'importanza di buone  pratiche per ridurre le emissioni (per le quali spesso occorrono investimenti pubblici) e di una adeguata informazione/promozione da parte delle autorità pubbliche di modelli alimentari corretti con un moderato consumo di carne (come nel caso della dieta mediterranea).

2 - utilizzo delle superfici agricole nel modo migliore,  per garantire la sostenibilità del settore zootecnico, evitando che le terre migliori vengano sottratte alla produzione di prodotti agricoli.
Questa è una sfida molto importante per il mondo rurale. Occorre evitare che le aree rurali vengano ulteriormente messe sotto pressione dalle necessità della zootecnia industriale, con conseguente perdita in biodiversità e possibilità economiche, a vantaggio di strutture agroalimentari legate alle grandi multinazionali. E' stato fatto rilevare come la zootecnia registri anche positivi trend nell'utilizzo del suolo (es. nei paesi UE dal1960 ad oggi, grazie soprattutto alla ricerca e a una migliore organizzazione aziendale, si è riusciti a ridurre l'uso del suolo pur aumentando la produzione, tanto che molte aree marginali prima usate per fini produttivi stanno tornando ad essere ricoperte dalle foreste).
 

3 - responsabilità dei governi nel validare e standardizzare l'etichettatura con le informazioni sulla produzione di emissioni e a che livello occorre aumentare il monitoraggio e il controllo a livello aziendale.
Secondo le associazioni dei produttori tutta l'agricoltura che produce per il mercato agroalimentare globalizzato dovrà sottoporsi a questo tipo di monitoraggio. Si tratta di informazioni che verranno richieste  a livello di catena agroindustriale. Il lavoro sarà estremamente lungo e richiederà ingenti investimenti in ricerca e supporto pubblico, nonché un intervento per standardizzare modelli e metodi di misurazione elaborati da istituti e aziende private.
L'Italia, al pari di altri paesi (es. Rep. Ceca) ha  fatto rilevare come questa operazione rischia di avere un peso insostenibile in termini di monitoraggio e controllo e conseguente onere amministrativo per l'azienda agricola. Occorre trovare un giusto equilibrio tra i controlli sulle  azienda e informazione da dare al consumatore.

4 - quale priorità deve essere data sull'instaurare un prezzo sulle emissioni da parte del settore zootecnico.
Alcuni economisti propongono una tassa sulle emissioni, o l'inclusione dell'agricoltura negli schemi di trasferimento. Si ritiene che l'idea possa essere valida, ma che sia necessario lavorare molto sul monitoraggio e sulla validità di questi indicatori. 

In conclusione, il documento riporta un mix di buone pratiche e politiche per affrontare il problema delle emissioni del settore zootecnico. Da parte nostra, si ritiene che il settore debba essere aiutato nel contenimento delle emissioni e che le politiche di educazione alimentare debbano essere promosse a livello governativo, facendo leva non solo e non tantosui vantaggi ambientali, quanto su quelli relativi alla salute del singolo cittadino.