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La gestione delle politiche rurali tra governo e governance: ipunti di forza e le criticità che emergono da Il Rapporto OCSE sul sistema Italia

Report sull' info day "La politica rurale in Italia" del 3 Novembre 2009

Una giornata di riflessione sulla politica rurale in Italia, finalizzata a rendere più efficace il sistema di governance   in materia di agricoltura, valorizzando il ruolo delle Province e il forte legame tra queste e gli attori locali. In questa ottica, nell'ambito dell'iniziativa, è stato presentato il rapporto OCSE sulle politiche rurali in Italia, che ha rappresentato un'importante occasione per valutare l'efficienza delle politiche territoriali, attraverso una nuova lettura delle politiche esterna, più oggettiva.
Di fronte alla complessità del sistema di governance italiano, che  si caratterizza per la presenza di più livelli (comunitario, nazionale, regionale, intermedio o sub-regionale e locale), più attori (non più limitati solo alle amministrazioni pubbliche e ai tradizionali rappresentanti del mondo agricolo) e più strumenti e approcci,  c'è  la necessità di  adottare un modello efficace, sia per accogliere e soddisfare le istanze provenienti dalle diverse realtà locali, che per favorire, a livello gestionale e attuativo, la collaborazione, finora anello debole della catena, tra il centro e le "periferie". È stata sottolineata l'importanza di continuare l'esperienza maturata, durante la stesura del Background Report, di collaborazione tra le Amministrazioni centrali, regionali e locali, attraverso un gruppo di coordinamento orizzontale, includendo gli Enti e i Centri di Ricerca. E' emersa anche la necessità  di avviare una riflessione su come valutare e monitorare gli impatti sulle aree rurali delle politiche ordinarie, con particolare riferimento all'ipotesi di creare un modello innovativo di policy ("rural proofing" italiano).
Considerando  questi aspetti e l'articolazione della politica rurale in  politica di sviluppo rurale e politica di coesione, ci si chiede come integrare le politiche a livello locale.
Integrazione degli immigrati, dare voce ai network e sostenibilità ambientale: questi gli aspetti sui quali occorre concentrare  l'attenzione -ha sottolineato il Dr. Trapasso- nel suo intervento.
La comunicazione e il network e nello specifico la Rete rurale nazionale rappresentano un'opportunità per andare oltre l'informazione, attraverso il coinvolgimento di tutti gli  attori interessati, come nel  caso dello schema di "Position paper" del sistema rurale italiano sulle politiche climatiche, sul quale  è stato attivato un apposito forum sul portale, per esprimere opinioni e commenti e arrivare alla definizione della posizione italiana, attraverso scelte partecipate e condivise.
Animato il dibattito, un momento di confronto tra attori ed esperti, nel cui ambito è stata posta enfasi su alcuni aspetti quali la necessità di migliorare il sistema di coordinamento, sia a livello nazionale che locale, per attuare  una più efficace pianificazione territoriale degli interventi, arrivando a sostenere anche le piccole imprese localizzate nelle aree rurali più marginali (Assessore Agricoltura e Turismo di La Spezia); il bisogno  di migliorare l'attuale classificazione territoriale, troppo basata su numero di abitanti e densità di popolazione e, pertanto, poco adeguata nel caso specifico della provincia di Grosseto (Dirigente Agricoltura Toscana); le difficoltà nell'accesso ai servizi, conseguenza soprattutto di una carenza nelle infrastrutture, a causa della non corretta pianificazione degli investimenti a livello nazionale (Dirigente politiche agricole di Crotone); l'importanza di coinvolgere  la Commissione europea, comunicando i risultati del rapporto OCSE, perché i cambiamenti devono partire dall'alto e cioè da dove partono i finanziamenti, che finora prevedono poca attenzione al settore agricolo (Assessore Agricoltura e Turismo di La Spezia, Toscana, e altri); la necessità di prevedere a livello locale una pianificazione degli interventi più integrata. Tra i commenti sui risultati dell'analisi OCSE, si è posto l'accento sull'agricoltura, che sembrerebbe avere un ruolo marginale, mentre dovrebbe costituire la principale priorità in considerazione dello stato in cui versa (Assessore Turismo e Agricoltura di Fermo), sulle difficoltà riscontrate dagli enti locali, nella realizzazione dei distretti agroalimentari di qualità  (Dirigente politiche agricole di Teramo), sull'opportunità di replicare misure di successo, es. "agricoltori custodi del paesaggio" del PSR Toscana.
Ha chiuso i lavori il Dr. Battello, responsabile delle politiche comunitarie per l'UPI, sottolineando il ruolo della Rete rurale nazionale, come possibile ponte tra il livello nazionale e le specifiche esigenze locali e l'importanza delle provincie che, in quanto espressione  delle politiche sul territorio, potrebbero rendere l'applicazione e accettazione delle stesse più facile.