Il Forum su Agricoltura e Sviluppo rurale è stato finalizzato ad identificare le sfide future delle politiche nelle aree rurali, con particolare riferimento al settore agricolo.
Dal punto di vista organizzativo, l'incontro è stato articolato in due fasi, rispettivamente la presentazione dei documenti elaborati dall'OCSE ("Politiche agricole e Politiche di sviluppo rurale" e "Valutazione dell'ipotesi di cambiamento del paradigma rurale - nuovi approcci allo sviluppo rurale nei Paesi OCSE") e il dibattito con i rappresentanti degli Stati membri sulle sfide/opportunità delle politiche per il futuro.
Nel corso della discussione, i delegati dei Paesi membri hanno sottolineato che la Review rurale ha rappresentato (Germania, Italia, Olanda, Finlandia, Canada) un esercizio utile e con impatti significativi sulla rispettiva capacità di promuovere lo sviluppo rurale e posto l'accento su questioni emerse dallo studio e ancora aperte:
In relazione al tema delle sfide future delle politiche, sono state fatte due presentazioni (David Blanford, Penn State University, USA "Aumentare l'efficacia delle politiche di sviluppo rurale" e Hervè Guyomard, INRA France "Sfide delle politiche nelle aree rurali dei 27 Stati membri Ue"), focalizzate rispettivamente sulla relazione fra politica agricola e politica rurale e sull'approccio che la politica deve adottare per affrontare le attuali preoccupazioni sulla sostenibilità economica e sociale.
I relatori hanno evidenziato alcuni aspetti chiave:
- Affermare che rurale non è solo sinonimo di agricoltura è utile per la politica di sviluppo rurale, perché allarga le possibili prospettive per gli agricoltori, ad esempio in termini di sostegno al reddito, attraverso lo sviluppo di altri settori che permettono di usufruire di nuove possibilità di introito. Da questo discende che il cambiamento verso politiche rurali è attuato nell'interesse degli agricoltori e delle aziende agricole.
- Il nuovo paradigma rurale dovrebbe promuovere la complementareità tra politica agricola e rurale, cioè ci devono essere aspetti comuni e un'interazione di tipo dinamico, superando sia il paradigma "agrocentrico" caratterizzato dalla completa coincidenza tra politica agricola e rurale, che quello basato sul "divorzio" tra le due forme di politica.
- Lo sviluppo di servizi (il cosiddetto motore dello sviluppo rurale) e di infrastrutture rappresenta un aspetto fondamentale per la sostenibilità economica e sociale, insieme ad una devolution più effettiva, dal centro ai governi locali.
- L'attuale politica 2007-2013 non è in grado di cogliere a pieno le sfide che le aree rurali si trovano ad affrontare, l'evoluzione delle politiche dovrebbe andare nella direzione di sicurezza e qualità, efficienza, ma dovrebbe anche prevedere cambiamenti nella governance e un periodo di adattamento degli agricoltori (fase di transizione).
Diversi gli interventi, nell'ambito del successivo dibattito, che hanno messo in evidenza alcuni aspetti delle politiche da migliorare, per meglio focalizzare la politica di sviluppo rurale e cogliere i bisogni delle aree rurali: Spagna (problema degli indicatori), Italia (problema del passaggio da indicatori prettamente agricoli a indicatori basati su aspetti socio-economici; questione dei costi amministrativi in un contesto di governance allargata ad un numero crescente di attori; mancanza di integrazione tra fondi comunitari e conseguente difficoltà di capire quanto venga effettivamente speso per le aree rurali), Australia (complessità nella gestione degli interventi a livello locale).
In chiusura lavori, Mario Pezzini (Deputy Director, GOV) ha sottolineato come, a fronte di un contesto generale caratterizzato da asimmetria della crisi economica, cambiamenti climatici, necessità di ricercare un maggior collegamento rurale-urbano e anche un miglior coordinamento a livello di governance vi siano alcuni aspetti che le politiche devono prendere in considerazione, come la possibilità di creare un fondo unico a livello europeo per lo sviluppo rurale (che metta insieme sviluppo rurale e politiche di coesione, in modo da trovare anche una migliore sintesi della fiscalità tra i vari livelli e a livello regionale).
Richard Wakeford (Presidente del WPRUR) ha evidenziato la necessità di definire indicatori alternativi, per valutare il successo delle politiche, che attribuiscano maggior valore all'ecosistema. In termini generali, occorre unire -ha specificato- meglio le politiche e i fondi a livello EU.
Gerrit Meester (Presidente del COAG) ha confermato che allo sviluppo rurale contribuiscono altri fondi, e che occorre migliorare la coerenza tra di essi, lavorando anche sugli indicatori socio-economici, in quanto il reddito pro-capite (GDP) non può essere un indicatore supremo, va ridefinito.