Il Trattato di Lisbona, che modifica il Trattato sull'Unione europea, è stato firmato il 13 dicembre 2007 nella capitale portoghese, ma la sua entrata in vigore è condizionata dalla ratifica dello stesso da parte di tutti gli Stati membri. Grazie al sì dell'Irlanda, il Trattato diventerà legge a partire dalla sua entrata in vigore prevista per il 1 gennaio 2010.
Le novità insite nel Trattato possono essere sintetizzate nello slogan "più democrazia, trasparenza ed efficacia". Infatti, il trattato rafforza il ruolo del Parlamento europeo attraverso la procedura di codecisione che conferisce nuovi poteri ai Parlamenti nazionali i quali potranno esaminare la normativa comunitaria prima che venga approvata, e coinvolge maggiormente i cittadini riducendo il deficit democratico. Inoltre, grazie ad esso, l'Unione europea potrà avere un maggior peso nel mondo, potendo esprimersi con una sola voce, attraverso l'introduzione di un Alto rappresentante per la Politica estera e la difesa che sarà anche Vicepresidente della Commissione. Queste innovazioni fanno seguito al duplice obiettivo di far fronte alle sfide globali (in particolare il cambiamento climatico, la crisi finanziaria e la criminalità transfrontaliera internazionale) e di tenere conto dell'allargamento dell'Ue, che implica la necessità di migliorare il sistema istituzionale. Nell'ambito del Consiglio dei Ministri, il voto a maggioranza qualificata si sostituirà al voto unanime e ciò permetterà di accelerare l'adozione dei provvedimenti, rendendoli più efficaci.
La politica agricola comune (PAC) dovrà essere in linea con i nuovi obiettivi dell'Unione. Il nuovo quadro istituzionale europeo, implica sia una profonda riforma del bilancio che avrà ripercussioni sulla politica agricola e sulla politica di coesione, sia una delimitazione più netta delle competenze tra Stati membri e Unione europea, che nel lungo periodo potrebbe portare ad un'unica procedura decisionale per il settore agroalimentare.