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Emilia Romagna. Dal PSR 142 milioni per i progetti di filiera

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Presentato il nuovo programma che attua l'approccio integrato per l'accesso alle misure del PSR "Asse 1 - competitività"

Rimettere al centro della filiera agroalimentare l'azienda agricola e porla in un rapporto paritario con chi trasforma e chi commercializza. Con un duplice vantaggio: prezzi più remunerativi per gli agricoltori che oggi spesso si trovano a produrre sotto costo e maggiori possibilità di risparmio per il consumatore finale, che quasi mai si trova a beneficiare di eventuali riduzioni dei prezzi all'origine.
E' l'obiettivo del nuovo "Programma operativo per i progetti di filiera" della Regione Emilia Romagna presentato il 22 maggio a Bologna dall'assessore all'agricoltura Tiberio Rabboni. A disposizione ci sono risorse pubbliche per ben 142 milioni di euro che potranno movimentare investimenti per oltre 300 milioni.
"Questo bando - ha spiegato Rabboni - rappresenta non solo il più significativo intervento che realizziamo con le risorse del Piano di sviluppo rurale, ma tenta di promuovere una vera rivoluzione copernicana nel panorama della nostra agricoltura, avvicinandola alla moderna agricoltura europea".
"Oggi - spiega ancora Rabboni - i passaggi dalla terra alla tavola sono troppi e frammentati ed il prezzo finale non è mai in rapporto con il valore corrisposto all'agricoltore. Si tratta di una vera e propria distorsione della filiera agroalimentare italiana che penalizza sia chi produce sia chi compra al supermercato. Noi oggi con questo Programma, per la prima volta in Italia, cerchiamo di correggere questa distorsione creando le condizioni per l'affermarsi una filiera agroalimentare interamente emiliano-romagnola".
Il Programma punta infatti a promuovere l'aggregazione, attorno ad un progetto comune, tra le aziende di produzione e tra queste e quelle di trasformazione e commercializzazione di un determinato comparto produttivo. Anzi l'esistenza di questi accordi formali e su un piano di reciprocità tra i diversi attori della filiera agroalimentare, è la condizione stessa per poter accedere agli aiuti. "Vogliamo unire ciò che oggi è diviso, sintetizza Rabboni, e in questo modo dare più forza e più competitività sui mercati esteri all´agricoltura regionale. Da questa capacità di fare squadra passa il futuro delle nostre imprese agricole".