Nel 2012 la congiuntura dell'agricoltura nazionale si è rivelata negativa. Il settore primario, sulla scia di un difficile ultimo squarcio d'anno del 2011, ha seguito un andamento complessivamente negativo, a tratti più ripido di quello seguito dall'economia nazionale nel suo complesso. Le continue erosioni di Pil su base trimestrale hanno tecnicamente confermato l'Italia in recessione economica (-2,5% la contrazione totale del prodotto italiano su base annua nel 2012) e questa recessione ha interessato anche l'agricoltura che nello stesso anno ha registrato una caduta di 4,4 punti percentuali in termini di valore aggiunto.
Un'indagine condotta da Ismea nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, basata sulla rielaborazione dei dati di un panel di 900 aziende agricole, ha cercato di far luce sulla valutazione della congiuntura in termini di produzione, costi correnti, commercializzazione e, per la prima volta, con un "Indice di clima di fiducia" sull'andamento degli affari correnti e futuri delle aziende.
Partiamo dalla produzione: l'evoluzione delle rese e delle produzioni, lungo i dodici mesi dell'anno, si è rivelata in linea con le attese per il periodo secondo la quota maggioritaria delle aziende intervistate, ossia per il 60%; il 22% si è invece espresso per un'evoluzione inferiore; e solo un 5% ha dichiarato un'evoluzione superiore alle attese. E gli under 40? Sono risultati in complesso un po' più ottimisti, mentre in base al genere, le donne conduttrici si sono espresse meno positivamente degli uomini. Questa tendenza si rileva in pressoché tutte le sezioni dell'indagine, compreso l'indice di clima di fiducia, ma non fa che rispecchiare quanto, a livello intersettoriale, si manifesta relativamente alle difficoltà riscontrate dalle donne nell' accesso al mondo del lavoro.
Per quanto riguarda i costi di produzione, l'aumento dei prezzi dei prodotti energetici, e quindi dei mangimi e dei concimi, ha penalizzato innanzitutto le imprese di allevamento e appresso quelle di coltivazione.
Anche i consumi alimentari, quantunque primari, sono stati influenzati da tale andamento (-2,9% la contrazione registrata dai beni alimentari e dalle bevande analcoliche in base ai dati Istat di Contabilità Nazionale). Così si spiega il parere prevalente raccolto presso le imprese del Panel, che hanno giudicato non appieno rispondente alle loro attese il livello della domanda nazionale. Il giudizio si è rivelato invece più benevolo circa la domanda estera.
Passiamo alla novità: l"Indice di clima di fiducia" . Nel corso del 2012 l'Indice - il cui range varia da "- 100 a +100" - si è sempre attestato su terreno negativo, registrando un peggioramento nell'ultimo trimestre dell'anno. Il valore negativo dell'indice è stato determinato dai pareri poco benevoli delle imprese sull'andamento presente e futuro degli affari della loro impresa. Nella comparazione, tuttavia, delle risposte alle due domande è emerso che i pareri sul futuro si sono sempre rivelati meno pessimisti di quelli sulla situazione corrente, specie tra i conduttori con meno di 40 anni, per i quali quindi l'indice ha assunto un valore positivo e sempre superiore a quello medio generale. Come anticipato, si evidenzia un minore pessimismo tra gli uomini rispetto alle donne
A livello settoriale, si contraddistingue in positivo il sentiment delle imprese vitivinicole - da sempre più redditizie - e in negativo quello delle imprese olivicole. Questo nonostante la produzione, per le imprese vitivinicole, sia risultata più scarsa rispetto al 2011, ma (fattore fondamentale) più di qualità.