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Combattere la povertà delle aree rurali continua a rappresentare una sfida per l'Unione Europea: c'è consapevolezza ai diversi livelli istituzionali su questi aspetti?

Resoconto della Conferenza svoltasi a Budapest, l'11 e il 12 giugno 2009

La Commissione europea, con il supporto del Ministero del Lavoro e degli Affari sociali Ungherese, ha organizzato una conferenza sul tema della povertà nelle aree rurali, finalizzata a condividere le esperienze dei diversi attori rurali, nel campo delle politiche sociali, di sviluppo rurale e regionali.
Nella sessione introduttiva, presiduta da Elena Saraceno della Commissione Europea, sono intervenuti Laszlo Herczog, Ministro dell'Agricoltura Ungherese, Jérome Vignon della Commissione Europea e Paola Bertolini e Vito Peragine, della Fondazione Brodolini.
Il Ministro Ungherese, ha sottolineato come la povertà rurale rappresenti un problema molto rilevante per il Paese, particolarmente nell'ambito delle comunità rom (oltre il 35% è sotto la soglia ufficiale di povertà). Attraverso aiuti esterni, l'Ungheria sta portando avanti un programma di integrazione, che riguarda sia la dotazione di infrastrutture che l'agricoltura sociale e il benessere.
Il rappresentante della Commissione europea ha fatto alcune considerazioni sul ruolo delle politiche regionali e di sviluppo rurale, per combattere l'esclusione sociale.
Nell'ambito della discussione è stato presentato lo studio, commissionato dalla Commissione europea alla Fondazione Brodolini, che ha rappresentato un primo passo, verso l'acquisizione di una maggiore conoscenza dei principali aspetti (v. bassa densità di popolazione e invecchiamento, scarso livello formativo della popolazione rurale, limitate opportunità del mercato del lavoro, servizi insufficienti e distanti) che contraddistinguono le aree rurali, con riferimento a 15 paesi dell'Unione, rappresentativi di diverse realtà geografiche.
Gli interventi successivi hanno messo in risalto alcune questioni inerenti la povertà rurale:

  • complessità e eterogeneità della povertà rurale, che non può essere intesa come un problema generale, poiché ogni area rurale ha proprie caratteristiche specifiche (Milbourne Galles, Burrell, European Commission), sebbene vi siano dei fattori comuni, es dispersione della popolazione, difficoltà di accesso e scarsa dotazione di infrastrutture e servizi (Lopez Iglesias, Spagna);
  • invisibilità della povertà rurale, da intendersi sia come invisibilità politica, a causa della scarsa capacità delle comunità rurali di esercitare una pressione politica, sia come invisibilità statistica, in quanto mancano ad oggi dati specifici su questo tema (Bertolini, Univ. Modena);
  • esistenza di due diversi tipi di povertà: la povertà delle aree rurali, che per le loro caratteristiche intrinseche possono rappresentare delle specificità e/o delle ulteriori sfide rispetto al concetto di povertà e la povertà nelle aree rurali, sicuramente aggravata dall'attuale crisi economica.

In questo contesto emergono alcune necessità, che dovrebbero trovare una risposta nel prossimo futuro:

  • definire indicatori comuni, per conoscere meglio il fenomeno (van der Ploeg, Olanda; Fall, INRA));
  • migliorare la sinergia tra le diverse politiche, in particolare politiche di coesione e II° pilastro della PAC, soprattutto con riferimento all'Asse 3 (Lopez Iglesias, Spagna);
  • capire se la politica di coesione rappresenta uno strumento efficace per le aree rurali o se, invece, trovi difficoltà ad "arrivare" in aree così vulnerabili (Saraceno, Commissione europea).