Il decreto legislativo n.228/01 "Orientamento e modernizzazione del settore agricolo a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57", da alle Regione la possibilità di individuare e, successivamente, promuovere l'organizzazione di sistemi locali e produttivi particolarmente caratterizzati dalla presenza di attività agroalimentari e da un territorio con forti elementi di ruralità sia nelle dinamiche soci-economiche sia nella struttura paesaggistica.
Il citato decreto legislativo definisce i distretti rurali e quelli agroalimentari di qualità:
- i primi, quali i sistemi produttivi caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea derivante dall'integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali;
- i secondi, come aree produttive caratterizzate da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agro-alimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche.
La definizione di distretto agro-alimentare corrisponde in linea di massima a quella dei distretti industriali istituiti dalla legge n. 317/91 (art. 36 modificato dall'art. 6 della legge n. 114/99), che attribuisce lo stato di distretto ai territori in cui si riscontra:
- una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente, di dimensioni medio - piccole;
- una peculiare organizzazione interna del sistema produttivo;
- la specializzazione produttiva del sistema di imprese.
Il distretto agroalimentare coinvolge anche le imprese di produzione agricola e ne prevede il riconoscimento solo nel caso in cui il sistema produttivo di riferimento sia incentrato su prodotti di qualità riconosciuti dalla normativa comunitaria e nazionale, fortemente radicati al territorio di produzione e che abbiano già dato vita a un processo di relazione e integrazione delle attività produttive. Del tutto originale è, invece, la definizione di distretto rurale, il cui riconoscimento implica l'integrazione tra attività primarie e altre attività locali, la produzione di beni specifici, la dimensione territoriale omogenea, l'identità storica comune e un contesto produttivo e istituzionale fortemente integrato e interdipendente, tutti elementi difficilmente misurabili e non definibili univocamente. E' certo che il distretto rurale nasce per dare "voce e vita" alle tante realtà rurali italiane lontane dai circuiti produttivi competitivi e che possono contare esclusivamente, quindi, sulle risorse endogene per innescare processi di sviluppo.
(Fonte INEA)
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