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PRESENTAZIONE INDICATORI MONOGRAFIE REGIONALI

IL MODELLO DI VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI SVANTAGGIO

La valutazione delle condizioni di svantaggio che si determinano a livello territoriale ha da sempre rappresentato una componente di rilievo nelle analisi socio-economiche, soprattutto per i suoi riflessi sulle indicazioni di politica economica e agricola. L’individuazione di indicatori in grado di misurare i caratteri quali-quantitativi dello sviluppo è stata alla base delle analisi territoriali dell’agricoltura e dell’intera società già a partire da quelle più squisitamente dualistiche (Nord-Sud) degli anni ‘50-’60, fino a quelle connotate da maggiore articolazione zonale e territoriale dei giorni nostri.
Il lavoro di valutazione da noi condotto per tutte le realtà regionali, intende apportare un contributo conoscitivo all’analisi territoriale del nostro paese ed in particolare all’individuazione delle condizioni di svantaggio delle zone rurali, prendendo in considerazione tre gruppi di variabili che possono utilmente integrarsi fra loro. Le simulazioni si basano sulla interazione tra gruppi di indicatori rappresentativi dei fattori di svantaggio in relazione alle condizioni ambientali, insediative ed economiche (agricole) ed il loro confronto con a) indicatori di “performance”, che descrivono direttamente o indirettamente il livello di sviluppo e b) con indicatori “normativi”, che individuano gli ambiti di intervento delle politiche strutturali per le aree svantaggiate1

Tra gli indicatori rappresentativi dei fattori di svantaggio, sono stati selezionati come particolarmente significativi:
A)   per quanto attiene le condizioni economiche (agricole):
A1) l’intensità della produzione agricola: Valore Aggiunto in Agricoltura/SAU al 2000, con un valore soglia rappresentato dalla media comunitaria;
A2) la redditività del lavoro: Valore Aggiunto in Agricoltura/ULA al 2000, con un valore soglia rappresentato anche in questo caso dalla media comunitaria.

B)   Per quanto attiene le condizioni ambientali:
B1) l’attitudine produttiva media: APAM (ponderazione su base comunale della carta dell’attitudine produttiva dell’ambiente a 9 classi), con un valore soglia 2 ed un intervallo di oscillazione del parametro da 1 a 3,3.

C)   Per quanto attiene le condizioni insediative:
C1) la densità insediativa: il numero dei residenti/Kmq al 2008, con valore soglia 100 ab./Kmq. Questo indicatore è stato corretto per tener conto dei fenomeni insediativi di matrice turistica, stimando una densità equivalente della popolazione residente e turistica;
C2) l’accessibilità: popolazione al 2008 accessibile a 30’, con valore soglia 100.000 abitanti.

L’individuazione di indicatori in grado di valutare le “performance” di intere aree nel complesso processo di sviluppo economico ed istituzionale si presenta più difficile per l’ampia possibilità di scelta, ma anche per le carenze informative che limitano le variabili che si possono considerare.
Nel presente lavoro si è operato come segue.
D)   Per quanto attiene agli indicatori di performance sono stati selezionati:
D1) il livello di sviluppo, misurato dal reddito disponibile al 2006, con un valore soglia uguale alla media comunitaria;
D2) l’evoluzione demografica, misurata dalla variazione della popolazione residente nell’arco temporale 2001-08, con nessun valore soglia.

E)   Per quanto attiene agli indicatori normativi:
E1)  le aree svantaggiate ex Dir. C.E.E. 268/75

Combinando questi diversi gruppi di indicatori è possibile giungere ad una classificazione tipologica di aree che rappresenti meglio le diverse realtà del territorio rurale italiano.
Per le condizioni descritte da più indicatori (sistema agricolo e sistema insediativo) si è costruito un unico indicatore complesso risultante dalla combinazione degli indicatori elementari che individua una:
1) interazione forte, quando si è ricorsi a un operatore logico “AND” che richiede la compresenza di entrambi gli indicatori elementari al di sotto del valore soglia;
2) interazione debole, quando si è ricorsi a un operatore logico “OR” che richiede la presenza di almeno uno degli indicatori al di sotto del valore soglia.

La valutazione è stata condotta secondo le due modalità di interazione, ed ha portato ad una classificazione tipologica dei comuni secondo il seguente schema:



Utilizzando le ipotesi di interazione “forte” tra le variabili (ipotesi A), è possibile semplificare questa classificazione tipologica, aggregando le diverse classi in una classificazione dicotomica tra aree svantaggiate ed aree non svantaggiate. A questa classificazione dicotomica sono state poi associate due diverse definizioni di svantaggio:
a) in un’accezione estensiva, nelle aree svantaggiate ricadono le aree marginali, quelle strutturalmente svantaggiate, quelle con criticità nella economia agricola ed infine quelle periferiche ad agricoltura povera;
b)   in un’accezione restrittiva, le aree svantaggiate comprendono soltanto le aree marginali e le aree periferiche a agricoltura povera.
Le classificazioni così individuate sono state quindi sottoposte ad un confronto sia con gli indicatori di performance, sia, soprattutto, con quelli normativi, in modo da poter discutere le politiche per le aree svantaggiate oggi operanti, quanto meno nei loro aspetti di zonizzazione territoriale, ma anche per aprire la riflessione su nuove politiche di intervento.

 

 

Image Map Sample GIOVANNI ANTONIO VERONA LAVAGNO