In Europa, 96 milioni di persone vivono nelle aree rurali, le quali rappresentano il 45% del territorio europeo. Molte di queste aree sono oggi affette da sfide che riguardano lo spopolamento, l'abbandono del presidio del territorio, l'invecchiamento della popolazione, l'accesso ai servizi, la gestione dei flussi migratori, le infrastrutture materiali e immateriali disponibili, la connettività e molto altro. In questo contesto, gli effetti della recente pandemia rischiano di acuire il divario tra aree rurali e urbane. Tuttavia, se tali trasformazioni saranno gestite in maniera sistemica e lungimirante, possono rappresentare anche delle interessanti opportunità di sviluppo rurale. Per affrontare questi temi in maniera organica, la Commissione Europea ha annunciato che, nella primavera del 2021, emanerà una comunicazione al Parlamento e al Consiglio Europeo riguardo una strategia a lungo termine per le aree rurali europee.
La Commissione intende arrivare all'appuntamento raccogliendo le opinioni e le percezioni dei cittadini europei su cosa significhi vivere e lavorare nelle aree rurali e verso quale direzione queste dovrebbero muoversi entro il 2040. Per questo motivo, lo scorso 7 settembre è stata aperta una consultazione pubblica alla quale sono invitati a partecipare cittadini europei (indipendentemente dal fatto che vivano in un'area rurale), le amministrazioni ai vari livelli di governance, le organizzazioni, il terzo settore, il settore privato e il mondo accademico. La consultazione, che rimarrà aperta fino al 30 novembre, consiste in un questionario strutturato con la possibilità di esprimersi anche tramite un gruppo di domande aperte. Gli ambiti che la consultazione pubblica copre riguardano i fabbisogni delle aree rurali oggi, il fattori di attrattività delle aree rurali, le opportunità per le aree rurali e la governance delle stesse. Sono presenti anche delle domande facoltative sulla PAC e sullo sviluppo territoriale.