La Val di Vara estende per quasi 600 kmq nell'entroterra di La Spezia. Come tutte le aree rurali liguri, è caratterizzata da una scarsissima densità demografica e dalla quasi completa assenza
di manifattura, eccezione fatta per quella alimentare, soprattutto nelle sue porzioni più interne, a ridosso dello spartiacque.
La valle ha conosciuto un forte spopolamento e, conseguentemente, il progressivo abbandono del territorio. Tuttavia, già dai primi anni novanta ha avviato un percorso di riqualificazione in senso
sostenibile del contesto locale che ha avuto come fulcro il recupero e la valorizzazione, anche attraverso la certificazione biologica, delle due principali filiere: quella della carne e del
latte bovino. A distanza di quasi 30 anni, è possibile apprezzare i risultati di una tale coraggiosa decisione: le filiere agroalimentari hanno creato nuovi posti di lavoro e propiziato l'insediamento
di un certo numero di neorurali, fattori che hanno contribuito, se non a fermare, almeno a rallentare il progressivo invecchiamento della popolazione locale.
Purtroppo questi risultati positivi non sono sufficiente a evitare i rischi dei cambiamenti climatici: gli eventi dell'autunno 2011 lo hanno dimostrato. Tuttavia, sono sicuramente serviti ad alimentare
tra gli agricoltori, gli amministratori e nella comunità locale la consapevolezza che puntare sulle produzioni sostenibili permetta di ottenere dei risultati sia in termini economici che ambientali
Il progetto di cooperazione "recupero delle terre incolte" prende le mosse proprio da questa consapevolezza. Si è posto infatti l'obiettivo di contrastare il fenomeno dell'abbandono del territorio
agricolo puntando sulla valorizzazione delle produzioni locali per ridare agli agricoltori il ruolo di "custodi del territorio" che gli compete.
Il progetto ha coinvolto, oltre al Gal Provincia di La Spezia anche i Gal "Valli del Tigullio" e "Strade della cucina bianca...", che già stavano collaborando a un progetto di valorizzazione turistica ed
enogastronomica dell'entroterra, con cui questa nuova iniziativa si pone in continuità, almeno nella parte che prevede il recupero delle produzioni locali.
L'attuazione è stata preceduta da una serie di riunioni di concertazione tra i Gal Partner alcune delle quali, le prime, effettuate grazie anche all'apporto della Regione Liguria e ai lavori
precedentemente svolti dal Progetto di cooperazione transfrontaliero "MARTE PLUS - sottoprogetto Modelli e strumenti di governance finalizzati alla produttività, al recupero e alla salvaguardia
dei territori rurali".
Questo ha permesso ai partenariati locali di definire il progetto con idee molto chiare sulle esigenze del territorio. In Val di Vara, ad esempio, si è scelto di mettere l'effettivo recupero dei
terreni alluvionati a servizio di alcuni progetti dimostrativi sulla coltivazione di alcune varietà locali. In particolare, 3 iniziative di grande pregio hanno contribuito a creare una rete
collaborativa tra una grande varietà di attori, sia del mondo produttivo che accademico, nonché amministrazioni locali. In particolare, l'azienda Agricola Dimostrativa della Camera di Commercio
di La Spezia ha realizzato, in collaborazione con l'associazione dell'Associazione per la valorizzazione della Patata di Pignone il recupero dei terreni interamente distrutti dall'alluvione
del 2011, al contempo coinvolgendo gli agricoltori dell'associazione in un percorso formativo che li ha portati ad adottare le tecniche dell'agroecologia, sotto la guida dell'Università di S. Anna.
Il recupero degli incolti attraverso varietà locali è un elemento imprescindibile di tutti e tre i progetti dimostrativi: con la collaborazione della locale Condotta di Slow food è stato possibile
riattivare la produzione del grano bianco di Suvero, che per ora è destinato all'autoconsumo ma con l'attivazione di un mulino locale potrebbe valorizzare nell'ambito di una filiera corta.
La coltivazione di varietà locali di alberi da frutta, invece, è stata avviata in seguito al recupero di un terreno franato quale possibile alternativa per una utilizzazione razionale dei terreni
terrazzati. In tutti i casi il sostegno delle amministrazioni locali è stato fondamentale. Il Comune di Pignone ha sostenuto, sin dai momenti successivi all'alluvione, l'Associazione, ripristinando
l'acquedotto irriguo mentre il Comune di Rocchetta Vara ha promosso attivamente le azioni rivolte all'aumento della biodiversità agricola donando le piante da frutto a chi ne facesse richiesta e,
tuttora, gestendo la banca del seme del grano bianco.
L'esperienza dei progetti dimostrativi ha dimostrato che è possibile attivare percorsi collaborativi per la gestione del territorio e che la conseguente creazione del partenariato può
potenzialmente evolversi verso filiere più strutturate.
La coltivazione di varietà locali ha contribuito ad accrescere la sostenibilità delle produzioni locali, riducendo l'uso di input chimici e propiziando la riscoperta di pratiche agronomiche
tradizionali che, in genere, sono anche più sostenibili.
La Val di Vara estende per quasi
600 kmq nell'entroterra spezzino. Come tutte le aree rurali liguri, è
caratterizzata da una scarsissima densità demografica e dalla quasi completa
assenza di manifattura, eccezione fatta per quella alimentare, soprattutto
nelle sue porzioni più interne, a ridosso dello spartiacque.
La valle ha conosciuto un forte
spopolamento e, conseguentemente, il progressivo abbandono del territorio.
Tuttavia, già dai primi anni novanta è stato avviato un percorso di
riqualificazione in senso sostenibile del contesto locale che ha avuto come
fulcro il recupero e la valorizzazione, anche attraverso la certificazione
biologica, delle due principali filiere: quella della carne e del latte bovino.
A distanza di quasi 30 anni, è possibile apprezzare i risultati di una tale
coraggiosa decisione: le filiere agroalimentari hanno creato nuovi posti di
lavoro e propiziato l'insediamento di un certo numero di neo-rurali, fattori
che hanno contribuito, e non a fermare, almeno a rallentare il progressivo
invecchiamento della popolazione locale.
Purtroppo, questi risultati
positivi non sono sufficienti a evitare i rischi dei cambiamenti climatici: gli
eventi dell'autunno 2011 lo hanno dimostrato. Tuttavia, sono sicuramente serviti
ad alimentare tra gli agricoltori, gli amministratori e nella comunità locale
la consapevolezza che puntare sulle produzioni sostenibili permetta di ottenere
dei risultati sia in termini economici che ambientali
Il progetto di cooperazione "Recupero
delle terre incolte" prende le mosse proprio da questa consapevolezza. Si è
posto infatti l'obiettivo di contrastare il fenomeno dell'abbandono del
territorio agricolo puntando sulla valorizzazione delle produzioni locali per
ridare agli agricoltori il ruolo di "custodi del territorio" che gli compete.
Il progetto coordinato dal Gal
Provincia di La Spezia ha coinvolto i Gal "Valli del Tigullio" e "Strade della
cucina bianca del vino e dell'olio dell'ortofrutta della tradizione ligure", che già avevano collaborato, nella
programmazione 2000-2006 a un progetto di valorizzazione turistica ed
enogastronomica dell'entroterra, con cui questa nuova iniziativa si pone in
continuità, almeno nella sua parte che prevede il recupero delle produzioni
locali.
L'attuazione vera e propria è
stata preceduta da una serie di riunioni di concertazione tra i Partner effettuate
grazie anche all'apporto della Regione Liguria, e ai lavori precedentemente
svolti nell'ambito del Progetto di cooperazione transfrontaliero Italia - Francia
Marittimo "MARTE PLUS - sottoprogetto Modelli e strumenti di governance finalizzati alla
produttività, al recupero e alla salvaguardia dei territori rurali".
Questo ha permesso che i
partenariati locali arrivassero alla fase attuativa con le idee molto chiare sulle
esigenze del territorio. In Val di Vara, in particolare, si è scelto di mettere
l'effettivo recupero dei terreni alluvionati a servizio di alcuni progetti
dimostrativi sulla coltivazione di alcune varietà locali.
A cura di Alberto Sturla
Dati aggiornati a ottobre 2019