Lungo il tratto della riviera ligure di levante, il frastagliato territorio delle Cinque Terre ospita cinque piccoli borghi affacciati sul mare e circondati da montagne fortemente antropizzate
dalla costruzione di una fitta rete di terrazzamenti sostenuti da muretti a secco che hanno consentito alla popolazione locale, nell'arco di mille anni, di condurre l'attività agricola.
Tuttavia, l'abbandono dell'attività agricola registrato negli ultimi decenni con il conseguente venir meno del presidio umano a sostegno della difesa idrologica da un lato e la crescente
vulnerabilità del suolo a causa dei cambiamenti climatici dall'altro, hanno fatto emergere la necessità di realizzare continui interventi di manutenzione del paesaggio allo scopo di evitare non
solo il degrado ma anche il ripetersi di disastri ambientali come quello verificatosi a ottobre 2011 a seguito di una alluvione.
La tutela e la salvaguardia di questo delicato territorio è garantita dall'attività del Parco Nazionale delle Cinque Terre che negli ultimi anni ha trovato un valido alleato nella
Fondazione Manarola cinqueterre O.N.L.U.S., nata nel 2014 su iniziativa di alcuni abitanti e sostenuta dalla popolazione locale, preoccupati dello stato di degrado in cui versavano i terreni
circostanti il borgo. La Fondazione ha così avviato un complesso lavoro diretto alla bonifica e al recupero delle terre abbandonate da subaffittare successivamente alle imprese agricole locali
o alla Cooperativa agricola Cinque Terre rendendole così produttive e garantendo la loro manutenzione.
L'assenza di manodopera locale da coinvolgere nelle attività di recupero dei terreni e la necessità di creare un percorso di inserimento socio lavorativo per le persone in condizioni di
svantaggiate ha portato alla creazione di una "Banca Lavoro" nell'ambito del progetto "IntegrAzioni" promosso dalla Fondazione Carispezia, dalla Caritas Diocesana La Spezia -Sarzana - Brugnato, dalle Organizzazioni professionali Confagricoltura e Confederazione Italiana agricoltori e dal Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Tramite la "Banca del Lavoro" la Fondazione ha avuto a sua disposizione alcuni giovani extracomunitari ospitati dalla Caritas di La Spezia che hanno partecipato ad un vero e proprio
laboratorio di agricoltura sociale articolato in un corso di formazione in aula dove i ragazzi hanno seguito corsi di lingua italiana, sulla sicurezza, la manutenzione del verde, la sistemazione dei muretti a secco, le coltivazioni della vite e dell'olivo e successivamente in campo, sui terrazzamenti dove hanno avuto la possibilità di mettere in pratica le tecniche di costruzione dei muretti e le attività di recupero dei terreni.
Da questa esperienza formativa 7 ragazzi sono stati assunti dalle aziende del luogo ed è nata una cooperativa sociale, costituita da 7/8 soggetti quasi tutti immigrati, che presta servizi
in comodato gratuito alle imprese del luogo che fanno esplicita richiesta di interventi di manutenzione dei muretti o dei terreni.
L'iniziativa "banca del Lavoro" è stata avviata con il duplice obiettivo di formare manodopera e integrare nel contesto socio-lavorativo i migranti e i
soggetti con comprovato disagio economico sociale presenti sul territorio. L'esperienza formativa, dapprima in aula e successivamente in campo, ha permesso a chi vi ha
partecipato non solo di apprendere un mestiere ma anche, per alcuni di loro, di essere assunti da parte di alcune aziende del territorio. Tuttavia, il risultato più interessante è
da ricondurre alla costituzione, di una cooperativa sociale (i cui soci sono quasi tutti immigrati che hanno partecipato al percorso formativo) che presta servizi in comodato gratuito alle
imprese del luogo che fanno esplicita richiesta di interventi di manutenzione dei muretti o dei terreni mentre il costo dell'intervento è a carico del Parco che riconosce alle aziende
il ruolo di "custodi" e quindi il loro contributo al mantenimento del territorio e del paesaggio .
Infine, un punto di forza del progetto è rappresentato dalla sua articolazione che consente la replicabilità in altri contesti territoriali analoghi.
Fonte: Intervista
A cura di Barbara Zanetti
Dati aggiornati a aprile 2019
Il disastro ambientale che nell''ottobre del 2011 ha
colpito i borghi dell'area del Parco delle Cinque Terre, in modo particolare quelli
di Vernazza e Monterosso, è un ricordo difficile da dimenticare.
La tragica esperienza ha stimolato in alcuni abitanti
di Manarola la riflessione sulla necessità di avviare un'azione di tutela del
territorio e del paese a fondovalle intervenendo sui terreni abbandonati allo
scopo di prevenire situazioni analoghe a quella accaduta nel 2011. Nasce così, ,
nel marzo del 2014, la "Fondazione Manarola cinqueterre O.N.L.U.S." con lo scopo
di recuperare i terrazzamenti abbandonati e ricostruire i muri a secco crollati
o stabilizzare quelli presenti in modo da renderli disponibili alle Aziende agricole
locali.
La difficoltà incontrata a livello locale nel
coinvolgere i giovani nelle attività previste dalla Fondazione, già di per sé pochi
e per lo più interessati alla conduzione di attività turistiche, ha portato la stessa
a ricorrere alla "Banca del lavoro". Questa nasce nell'ambito del progetto "IntegrAzioni"
della Caritas di La Spezia per rispondere alla necessità, emersa dal confronto
tra il Parco e i residenti, di soddisfare da un lato la crescente domanda di manodopera
nella coltivazione e manutenzione del paesaggio delle Cinque Terre e dall'altro,
l'esigenza di creare un percorso di inserimento socio-lavorativo rivolto a
persone in condizioni svantaggiate. La "Banca del Lavoro", che vede coinvolti la
Fondazione Carispezia, la Caritas Diocesana di La Spezia - Sarzana - Brugnato, il
Parco delle Cinque Terre e le Organizzazioni Professionali Confagricoltura e
Confederazione Italiana Agricoltori, ha offerto e offre agli agricoltori delle
Cinque Terre la possibilità di avere gratuitamente del personale qualificato a
supporto delle attività agricole di recupero e manutenzione dei terrazzamenti.
Grazie al Parco, che ha sostenuto il costo della
manodopera, la Fondazione Manarola ha avuto a disposizione attraverso la "Banca
del Lavoro" alcuni ragazzi extracomunitari che sono stati coinvolti nelle attività
di recupero dei terrazzamenti. Per questi ragazzi la Fondazione ha organizzato,
con il coinvolgimento di agricoltori locali ed esperti, un percorso formativo sulle operazioni di
disboscamento dei terreni abbandonati e sulla ricostruzione dei muri a secco.