La Sicilia, terra di frontiera per il flusso migratorio del bacino del Mediterraneo, conta al 1° gennaio 2019 una presenza di 200.022 stranieri residenti (ISTAT), pari al 4% della popolazione residente, con un aumento del 3,6% rispetto al 2018. Oltre il 33% proviene da paesi africani e proprio ad una parte di loro è dedicata l'attività di accoglienza, formazione, integrazione sociale e inclusione lavorativa svolta dall'Associazione Don Bosco 2000.
>L'Associazione Don Bosco 2000 senza scopo di lucro è stata costituita il 30 novembre 1998 per promuovere la formazione e l'integrazione dell'uomo attraverso l'applicazione
del "sistema preventivo" di Don Bosco. Tutte le sue attività ruotano attorno all'accoglienza, all'integrazione sociale e lavorativa dei migranti che sbarcano nel territorio
siciliano, principalmente nel porto di Catania. L'Associazione fa parte della Federazione Salesiani per il Sociale e dal 2017 è presidio territoriale del Volontariato Internazionale per lo
Sviluppo.
Il primo centro, avviato a Catania nel 2015 per l'accoglienza di minori stranieri non accompagnati, è stato chiuso nel mese di dicembre 2018 nel rispetto del rinnovato quadro normativo in
materia consolidatosi con l'entrata in vigore della Legge di conversione n. 132/2018. Per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari in Sicilia altri quattro centri
di accoglienza sono stati aperti nei Comuni ennesi di Piazza Armerina, Aidone, Pietraperzia e Villarosa.
Le aree di intervento dell'associazione riguardano, innanzitutto, la gestione dei centri di accoglienza per immigrati e la realizzazione di progetti di educazione alla cittadinanza globale
che sono portati avanti insieme a istituti scolastici e associazioni locali. Per rendere effettiva l'integrazione degli immigrati in accoglienza, vengono promossi diversi progetti di
sviluppo locale: alcuni mirano a restituire alla collettività i beni confiscati alla mafia mediante attività di valorizzazione del capitale umano, altri a creare luoghi di aggregazione sociale
e sistemi di "accoglienza reciproca", come nel Lido e nell'albergo solidale di prossima apertura. Uno dei principali progetti di sviluppo locale, che ha fatto da campo prova
per la successiva replica su scala internazionale, ha riguardato la realizzazione nel 2017 di un orto sociale, "di famiglia", presso la Colonia Don Bosco di Catania; suddiviso in
18 lotti di circa 60 mq, l'orto, autofinanziato dall'Associazione, è coltivato dai ragazzi immigrati accolti dall'Associazione e i prodotti ottenuti sono destinati alle
famiglie locali e all'autoconsumo. Attraverso le attività agricole, i ragazzi in accoglienza vengono responsabilizzati nei confronti dell'intera gestione dell'orto, che va
dalla cura delle piante al rapporto con le famiglie affittuarie; la possibilità di raccogliere i frutti del proprio lavoro, partecipando a lavori di gruppo e di ricostruire possibili relazioni
positive con le persone gioca un ruolo centrale nel rendere effettiva l'integrazione sociale.
Le ricadute positive di questo progetto, in termini di trasferimento di conoscenze, potenziamento delle competenze, recupero e valorizzazione della memoria familiare e delle esperienze vissute
prima del viaggio migratorio e restituzione di pari dignità sociale e di autosostentamento, sono amplificate nei progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo volti a realizzare la
cosiddetta "migrazione circolare". Questo modello di migrazione si articola in due fasi: la prima prevede la partecipazione degli immigrati in accoglienza presso l'Associazione
a un corso di formazione sulle principali tecniche di produzione agricola e di gestione irrigua di un orto. La seconda prevede il loro rientro nei Paesi di origine e il loro coinvolgimento
attivo nelle attività di sensibilizzazione e formazione in loco ai corsi di formazione agricola e di autoimprenditorialità, con conseguente supporto all'avvio di start up agricole che
coinvolgono ragazzi africani altamente propensi alla migrazione. Le prime start up agricole, fondate sulla produzione orticola, sono state avviate in Senegal, nel villaggio di Tambacounda,
e in Gambia, a Kekuta Kunda.
Completano il quadro degli interventi di cooperazione internazionale i progetti di promozione di itinerari turistici in Senegal ("Beteya Travel") e la campagna "VIS
-Stop tratta" di contrasto al traffico di esseri umani.
Le attività di accoglienza degli immigrati sono abbinate sempre a percorsi di crescita sociale, culturale e professionale e puntano al loro inserimento lavorativo. Oltre ai corsi di
alfabetizzazione realizzati nei centri di primissima accoglienza, l'Associazione promuove percorsi di formazione al lavoro nell'ambito dei progetti SPRAR finanziati ai Comuni
tramite il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, selezionando le aziende delle province di Catania ed Enna afferenti ai settori di interesse degli immigrati per la
fase di matching. Il format di questi progetti di formazione prevede un corso iniziale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, al quale segue un periodo di affiancamento al tutor aziendale
per l'apprendimento delle tecniche di coltivazione e irrigazione efficiente. L'indennità riconosciuta ai tirocinanti, pari a circa 500,00 Euro, è cofinanziata al 50% dall'azienda;
al termine del percorso formativo, ai tirocinanti è rilasciato un attestato di partecipazione che dà atto delle attività svolte e delle competenze acquisite.
Tramite lo Sportello Lavoro attivato presso il Centro di Aidone l'Associazione è riuscita a supportare l'assunzione di diversi immigrati in accoglienza presso aziende di altre
regioni italiane o nelle aziende che avevano ospitato il loro tirocinio formativo nell'ambito dei progetti SPRAR. A questi si aggiunge un folto gruppo di ragazzi immigrati che, a Catania,
è preposto alla gestione dell'orto sociale e dei rapporti con le famiglie affittuarie di alcuni lotti, oppure dell'accoglienza dei bagnanti nel Lido adiacente alla Colonia, fruibile anche
da persone con disabilità fisiche.
Infine, dopo avere seguito uno specifico corso di formazione, alcuni dei ragazzi formati sono stati assunti dall'Associazione come mediatori culturali presso il centro o coinvolti nei
progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo, primo fra tutti quello di "migrazione circolare" i cui contratti di lavoro stipulati consentono ai ragazzi di non perdere la protezione
umanitaria, poter rientrare liberamente in Italia per continuare a seguire le successive fasi del progetto di cooperazione e soprattutto aiutare economicamente la propria famiglia di origine,
inviandole parte del proprio guadagno tramite apposite rimesse.
Fonte: Intervista
A cura di Gabriella Ricciardi
Dati aggiornati a luglio 2019
L'Associazione Don Bosco 2000 senza scopo di lucro, è nata in Sicilia il 30 novembre 1998 per promuovere la formazione e l'integrazione dell'uomo attraverso l'applicazione del "sistema preventivo" di Don Bosco. L'Associazione fa parte della Federazione Salesiani per il Sociale e, dal 2017, è presidio territoriale del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. L'Associazione ha quattro centri di accoglienza per maggiorenni in provincia di Enna, e in particolare a Piazza Armerina, Aidone, Pietraperzia e Villarosa. Le attività svolte ruotano tutte attorno ai temi dell'accoglienza, dell'integrazione sociale e dell'inclusione lavorativa dei migranti che sbarcano nel territorio siciliano, soprattutto a Catania. L'Associazione, oltre alla gestione dei suddetti centri di accoglienza e all'attuazione di azioni di educazione alla cittadinanza globale, realizza progetti di sviluppo locale tra cui l'orto sociale a Catania, 18 lotti di circa 60 mq coltivato da ragazzi migranti per le famiglie locali e per l'autoconsumo; altri progetti puntano alla restituzione alla collettività di beni confiscati alla mafia mediante attività di valorizzazione del capitale umano, alla creazione di luoghi di aggregazione o di sistemi di "accoglienza reciproca", come quelli del Lido e dell'albergo solidale di prossima apertura presso la Colonia Don Bosco di Catania. Completano il quadro degli interventi i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo, tra cui quello della "migrazione circolare" che prevede percorsi formativi in Sicilia sulle tecniche di coltivazione e gestione irrigua degli orti a migranti interessati al rientro nei rispettivi Paesi di origine, allo scopo di avviare lì (nello specifico in Senegal e Gambia) corsi di formazione in campo agricolo e autoimprenditorialità e promuovere l'avvio di start up agricole in favore di ragazzi africani propensi alla migrazione. Altre iniziative di cooperazione internazionale riguardano la promozione di itinerari turistici in Senegal, mediante il progetto "Beteya Travel", e la campagna "VIS -Stop tratta" di contrasto al traffico di esseri umani. L'inserimento lavorativo dei migranti avviene, attraverso i tirocini formativi realizzati nell'ambito dei progetti SPRAR, il supporto dello sportello Lavoro attivato presso il Centro di Aidone e nell'ambito dei progetti di sviluppo locale e di cooperazione internazionale allo sviluppo.