L'Associazione Diritti a Sud nasce a Nardò in provincia di Lecce nel 2014 con l'obiettivo di offrire manodopera a condizioni dignitose a lavoratori stagionali quali uomini, donne, migranti e stranieri che ogni anno si recano sul territorio salentino per partecipare a una serie di attività in agricoltura tra cui quello della raccolta del pomodoro.
Diritti a Sud è un'associazione che opera da quattro anni in maniera autonoma e indipendente guidata da Rosa Vaglio e Angelo Cleopazzo, rispettivamente Presidente e Vicepresidente,
i quali con l'aiuto di circa 20 lavoratori stagionali fra immigrati e italiani, si dedicano alle fasi della coltivazione del pomodoro, della sua trasformazione in salsa e alla sua
commercializzazione all'interno di una filiera agrolimentare completamente fuori mercato a sfruttamento zero in cui i lavoratori vengono dignitosamente retribuiti e partecipano in
maniera orizzontale ai processi decisionali.
Fondamentale è l'appartenenza alla rete locale "Salento Km0" comprendente una serie di realtà che operano nell'agricoltura seguendo metodi organici (biologici,
biodinamici, sinergici, rigenerativi) salvaguardando la biodiversità e alla rete nazionale "Fuorimercato, autogestione in movimento", cercando di creare un circuito di economia
derivante da pratiche politiche basate sulla solidarietà.
L'Associazione rappresenta sul territorio anche un punto di riferimento per il miglioramento della qualità della vita degli immigrati in quanto fornisce ogni forma di assistenza e
orientamento per regolarizzare la loro posizione dal punto di vista sindacale e lavorativo, anche devolvendo una percentuale dei ricavi a una cassa di mutuo soccorso per sostenere percorsi di
autodeterminazione degli immigrati come le vertenze dei lavoratori sfruttati nel campi, oppure per partecipare a corsi di formazione e convegni a livello nazionale.
Infine, con l'obiettivo di coinvolgere sia persone straniere che italiane e per favorire l'incontro tra culture diverse, sono stati sviluppati dei progetti anche in ambito culturale
tra cui quello della scuola di italiano per stranieri e la scuola di lingue per gli italiani, l'organizzazione di cene multi-etniche e di laboratori con studenti provenienti da varie scuole.
Fonte: Intervista / Regione Puglia
A cura di Giuseppe Gargano e Daniela Napolitano
Dati aggiornati a Maggio 2019
In una regione come la Puglia, tristemente nota per il
fenomeno del caporalato e per le condizioni al limite della schiavitù che ogni
estate subiscono braccianti agricoli, in gran parte immigrati, l'associazione
"Diritti a Sud", ha pensato di ridare significato positivo al simbolo del
territorio locale: il pomodoro.
Nel 2015, l'Associazione entra a far parte di un progetto di
agricoltura sociale denominato "SfruttaZero" su iniziativa dell'Associazione
"Solidaria" di Bari nell'ambito del quale viene gestita la filiera di
produzione della salsa di pomodoro completamente "fuori mercato" e a "sfruttamento
zero", garantendo ai lavoratori una giusta retribuzione seguendo le direttive
previste dal Contratto Collettivo Nazionale che regola il lavoro in
agricoltura.
Il tipo di agricoltura che viene praticata è quella naturale
ottenuta con limitate lavorazioni meccaniche e curando il terreno con delle
sostanze naturali quali il compost derivante dalla macerazione del letame o da
sostanze vegetali, oppure l'alternanza di agricolture, consociando le piante
che si difendono l'una dall'altra dall'attacco dei parassiti.
I lavoratori sono sia italiani che stranieri a dimostrazione
del fatto che tutti trovano spazio e riconoscimento dei propri diritti nella
produzione della 'salsa di pomodoro pulita e trasparente'. A prova di ciò,
sulle etichette dei prodotti "SfruttaZero" si trovano i volti ed i nomi di chi
ha partecipato alla produzione, la loro nazionalità e la qualifica di "contadino
libero".
Il progetto parte dall'idea che il processo di integrazione
degli immigrati o di chiunque sia ai margini della società, passi per
l'auto-organizzazione e la creazione di lavoro. Questo non sarebbe stato
possibile senza pensare di poter cambiare in chiave mutualistica le relazioni tra
datore di lavoro e dipendente e tra produttore e consumatori, difendendo allo
stesso tempo i diritti sociali e individuali dei lavoratori stessi.