Dalla fine degli anni '90 Vincenzo Barone gestisce un'azienda agricola di 27 ettari, in parte in proprietà e in parte in affitto, in contrada Pernamazzone, a nord di Cava d'Ispica, un'area archeologica e zona SIC che si colloca tra due parchi archeologici, Parco Cava d'Ispica, a Modica, e Parco Forte d'Ispica, più a sud, a Ispica.
Nell'azienda sono presenti piccole produzioni di frutta come nespole, susine, cachi, agrumi, tra le quali si conservano varietà rare: l'arancia bella donna, il limone
muddrisi, l'albicocco bianco, la susina piatta, che cresce attaccata al tronco, e altre varietà più comuni di nespole e cachi. Tra le coltivazioni sono presenti
ulivi delle varietà moresca, tonda iblea, biancolilla, alberi di noci ma soprattutto carrube, tutte coltivazioni storicamente presenti nell'altopiano ibleo. La produzione aziendale è
destinata alla vendita diretta al mercato locale, in particolare le noci alle pasticcerie di Modica; mentre le carrube vengono conferite al centro di raccolta della filiera locale che si
occupa della trasformazione della polpa e del seme. Da qualche anno Vincenzo ha introdotto in azienda la coltivazione del sesamo, in particolare l'antica varietà "ispicese"
oramai quasi del tutto scomparsa in Sicilia, riconosciuta presidio Slow Food per la biodiversità. Con i pochi agricoltori che contribuiscono al recupero di questa varietà di origine araba,
Vincenzo ha stretto accordi con gli operatori del settore della trasformazione per ottenere la "tahina" e il "gomasio", destinati prevalentemente a un'alimentazione
di tipo vegetariano. L'aspetto innovativo di una produzione tanto antica è valorizzato grazie alla collaborazione con il Crea di Acireale: Vincenzo e gli unici altri 4 produttori di
sesamo in biologico, stanno sperimentando l'estrazione dello olio e, con l'ausilio di un laboratorio certificato di Floridia, il suo confezionamento con l'obiettivo di
chiudere la filiera.
Il progetto dell'estrazione di olio di sesamo nasce da una precedente collaborazione tra il Crea OFA e l'azienda di Vincenzo Barone che, grazie al supporto di Gianluca che collabora
con il CREA OFA nella gestione di un campo sperimentale di albicocco, ospita alcuni esemplari di ulivo della collezione di 52 varietà del campo sperimentale di ulivi del centro di ricerca.
L'azienda adotta il metodo di produzione biologica per tutte le sue coltivazioni, che crescono intervallate tra terrazzamenti, muretti a secco, piante di acanto e di alaterno. Tra la folta
vegetazione tipica della macchia mediterranea crescono spontaneamente le erbe aromatiche: timo, alloro, rosmarino, nepitella, ruca selvatica, pungitopo, rovo, telebindo. Anche queste sono
un'importante risorsa per l'azienda: Vincenzo infatti le raccoglie, le confeziona in sacchetti e vasetti e li vende, anche esse come produzione certificata in biologico, agli ospiti
del rifugio e ai visitatori del Parco.
A ridosso del fiume, Vincenzo Barone gestisce il rifugio Pernamazzoni, di cui è proprietario insieme a tre soci, dove ospita in autogestione piccoli gruppi organizzati di scolaresche, campi estivi,
gruppi di arrampicata, escursionisti. Le attività didattiche e di educazione ambientale si svolgono prevalentemente a ridosso del rifugio dove si trova l'orto condiviso, poi diventato
l'orto educativo e l'orto dei frutti antichi grazie alla misura 313- Incentivazione attività turistiche del PSR Sicilia 2007-2013. L'orto è arricchito da una cartellonistica
realizzata per l'azienda di Vincenzo da Fabio Delvò, originario di Modica, illustratore del Corriere della Sera che ha tradotto in immagini l'importante messaggio che in azienda
si cerca di trasferire ai bambini "Cosa dobbiamo fare per salvare il nostro pianeta?".
Vincenzo Barone ha fatto della multifunzionalità e della collaborazione la chiave del successo della sua azienda in un'area marginale soggetta a vincoli di natura ambientale e archeologici.
Oltre alle collaborazioni con i centri di ricerca pubblici, anche quelle con gli operatori di Legambiente e con gli archeologici della Soprintendenza beni archeologici hanno contribuito a
valorizzare l'azienda. Appena 10 anni fa, su uno dei terreni di Vincenzo è stato fatto un importante ritrovamento archeologico: una stele di epoca greca raffigurante Eracle. L'urna
cineraria e il corredo di vasellame sono stati portati alla luce grazie al finanziamento di un campo internazionale di archeologia, al quale Vincenzo ha partecipato come volontario. Questa
iniziativa archeologica ha consentito di recuperare la fruibilità non solo di questa porzione di territorio a ridosso del secondo ritrovamento per importanza di epoca greca, ma anche di
un'importante patrimonio naturalistico di cui Vincenzo è in parte custode.
Azienda individuale che fa ricorso a manodopera avventizia solo per la raccolta del carrube.
Superficie aziendale complessiva 26 ettari, di cui 10 di proprietà e 16 in affitto da quattro diversi proprietari.
Coltivazioni aziendali: carrube, noci (100 alberi), ulivi, sesamo varietà ispicese, piccole coltivazioni di frutta (nespolo, arance, limoni, cachi, susine).
Varietà di frutti a rischio estinzione: arancia Bella donna, limone Muddrisi, susina piatta.
Vegetazione spontanea e piante aromatiche: timo, alloro, rosmarino, nepitella, ruca selvatica, pungitopo, rovo, telebindo, acanto, alaterno.
5 arnie: due di ape Ligustica e tre di ape nera sicula, quest'ultima riconosciuta presidio Slow Food.
Piccolo allevamento di equini.
Certificazioni: tutte le produzioni aziendali sono certificate in biologico; il sesamo e l'ape nera sicula sono presidio Slow Food per la biodiversità.
La produzione di erbe aromatiche è venduta direttamente in azienda confezionata in sacchetti e vasetti e certificata in biologico.
La produzione del carrubo è conferita al centro di raccolta della filiera di trasformazione che valorizza la polpa in farina e il seme.
L'azienda ricade in zona SIC e parco archeologico "Cava d'Ispica".
Elementi della biodiversità: zone umide, terrazzamenti, muretti a secco, siepi, corsi d'acqua, vegetazione della macchia mediterranea.
Elementi della multifunzionalità:
PSR 2007-13
Misura 313 - Incentivazione di attività turistiche: centro documentale, mappa del sito Cava d'Ispica nord, pubblicazione sulla biodiversità, orto educativo,
orto dei frutti antichi.
PSR 2014-20
Misura 11 - Agricoltura biologica
Centro di ricerche pubblico regionale: per il recupero della varietà ispicese del sesamo;
CREA OFA di Acireale: per estrazione dell'olio di sesamo e per ospitare in azienda alcune varietà di olivo delle 52 varietà del campo sperimentale;
Legambiente Modica;
Associazione culturale Cava d'Ispica;
Produttori locali si sesamo in biologico per l'estrazione dell'olio di sesamo e per la produzione di tahina e gomasio.
Fonte: Intervista
A cura di Alessandra Vaccaro
Dati aggiornati a Settembre 2018
L'azienda agricola biologica di Vincenzo Barone si estende per 27 ettari a nord di Cava d'Ispica, area archeologica nel comune di Modica, dove Vincenzo alterna il lavoro in campagna con la gestione di piccoli gruppi organizzati ospitati nel rifugio Pernamazzoni, a poca distanza dal "Castello", un complesso rupestre dell'età medievale di grande interesse storico. Imparando il mestiere di agricoltore e apicoltore dai vecchi contadini del posto, alla fine degli anni '90, da impiegato di una compagnia petrolchimica, compra un'azienda agricola dove riprende le tradizionali coltivazioni di noci e di carrube, custodisce varietà rare di frutta e rilancia l'antica coltivazione del sesamo ispicese, riconosciuto presidio Slow Food per la biodiversità. In un paesaggio caratterizzato da terrazzamenti e muretti a secco, tipici di questo scorcio della Val di Noto patrimonio dell'Unesco dal 2002, e, in un territorio dove l'attività agricola è quasi del tutto scomparsa, la presenza di Vincenzo contribuisce a preservare la tipica vegetazione della macchia mediterranea ricca di erbe aromatiche vende come prodotto biologico confezionato ai visitatori del Parco. Il finanziamento della misura 313 "Incentivazione di attività turistiche" del PSR Sicilia 2007-2013, ottenuto in collaborazione con Legambiente Modica e l'Associazione culturale Cava d'Ispica, ha consentito la realizzazione in azienda del centro documentale, dell'orto educativo e dell'orto dei frutti antichi dove si svolgono prevalentemente le attività didattiche e di educazione ambientale; mentre con il sostegno della misura 11 "Agricoltura biologica" del PSR Sicilia 2014-2020 tutta la produzione aziendale è ottenuta e certificata in biologico. Le costanti collaborazioni con Giorgio, fondatore di Legambiente Modica, con l'amico agronomo Gianluca, con gli archeologici della Soprintendenza dei Beni culturali, con gli amici dell'Associazione culturale Cava d'Ispica e con i centri di ricerca pubblici hanno consentito all'azienda di svilupparsi in simbiosi con la vita e le dinamiche dei parchi archeologici e di interpretare in chiave innovativa produzioni del tutto tradizionali.