Ricambio generazionale in agricoltura e interventi PAC
Riflessioni alla luce delle proposte regolamentari post 2020
Negli ultimi tempi molti dei principali organi d'informazione hanno dato ampio spazio alle storie, alle esperienze e ai successi conseguiti dai giovani agricoltori in un momento di grande difficoltà per l'economia e per il mondo del lavoro. Di recente si assiste infatti a un rinnovato ritorno alla terra che trova origine nell'assenza di alternative occupazionali alla volontà di dare avvio o "rianimare" iniziative imprenditoriali. Tra 2013 al 2018, in Italia è stata innescata un'inversione di tendenza come mostrano i dati di Unioncamere che nel 2017 hanno registrano un aumento del 6,8% nel numero di aziende del settore agroalimentare gestite da giovani con meno di 35 anni. Questi dati in parte registrano i nuovi insediamenti proposti e sostenuti dalle politiche comunitarie, dall'altra attestano fenomeni di nuova imprenditorialità agricola legati ad una nuova idea di impresa che si ispira ai principi della sostenibilità, salubrità, socialità e di qualità della vita che il mondo agricolo può garantire. Non a caso molti di questi giovani imprenditori provengono da altri settori economici, hanno alta qualificazione professionale e capitali da investire. Tuttavia, se è vero che da un lato, grazie anche al sostegno delle politiche nazionali ed europee, sempre più giovani decidono di avviare l'attività imprenditoriale in agricoltura, dall'altro l'analisi condotta sull'argomento pone in evidenza criticità relative soprattutto alla gestione dell'attività agricola e alla capacità di farla sopravvivere nel tempo.