Abbiamo guardato alle diversità come ad una nuova opportunità
"...abbiamo immaginato di creare un'oasi di socialità al centro della Sicilia..."
Resuttano (CL) si trova in una zona collinare, a 600 metri sul livello del mare, ad ovest del fiume Salso, nell'entroterra siciliano. A partire dal 1818 la contrada costituita da solo due frazioni, Ciolino e Tudia, entrò a far parte della provincia di Caltanissetta. I resti del Castello di Resuttano rappresentano la testimonianza dell'insediamento arabo. A metà strada tra Palermo e Catania, l'economia di questo comune di circa 2.000 abitanti è legata tradizionalmente alla coltivazione del grano e delle mandorle e all'allevamento di ovini e bovini.
Il Casale di Emma è un'azienda agricola a conduzione familiare, nata nel 2001. Il titolare Antonino Argentati, geologo ed esperto di web marketing, insieme ai fratelli Marco, architetto, Federica, agronomo, e Matteo decidono di trasformare la tradizionale attività agricola della madre, la signora Emma, in un’azienda agricola aperta a tutti coloro che in modo diverso vogliono vivere la campagna. Mettendo insieme le loro diverse competenze e grazie al finanziamento della misura 311 del PSR Sicilia 2007/2013 i fratelli Argentati danno vita, accanto alle tradizionali attività agricole, all’organizzazione di una serie di attività alternative per avvicinare e far vivere anche ai soggetti svantaggiati la campagna, organizzando spazi, eventi, momenti di condivisione e intrattenimento. L’azienda della signora Emma, mamma dei fratelli Argentati, diventa così un’oasi al centro delle Sicilia dove si offrono occasioni per incontrarsi e confrontarsi trascorrendo una giornata in campagna.
La diversificazione dell’attività del Casale di Emma rispecchia la voglia di conservare le lontane tradizioni della famiglia e di aprire l’azienda e lo stile di vita di campagna ad altre persone, con un’attenzione speciale ai soggetti con disabilità. Alla tradizionale coltivazione di olive, mandorle, uva e ortaggi il Casale di Emma ha affiancato un’attività agricola aperta al sociale, ha aderito alla rete di Fattorie Didattiche che accolgono bambini e famiglie per far riscoprire o conoscere la tradizione rurale organizzando percorsi formativi attraverso le attività agricole. Accanto a questo il Casale di Emma svolge anche attività di agricoltura sociale per soggetti con difficoltà relazionali: collabora, con Associazione "Vita Nova" una ONLUS che opera nel territorio della provincia di Caltanissetta e con la Onlus Associazione Italiana persone Down. Altro partner del Casale di Emma è l’associazione culturale “Gusto di campagna” con la quale organizzano attività finalizzate a far conoscere la genuinità dei prodotti tipici locali, iniziative di carattere culturale, che promuovono la conoscenza, la tutela e la valorizzazione delle tradizioni contadine.
La valorizzazione delle risorse e delle competenze è sicuramente il punto di forza sul quale i fratelli Argentati hanno fatto leva per diversificare la tradizionale attività agricola della famiglia. Sfruttando, infatti, il bagaglio di conoscenze ed esperienze diverse intorno alle quali si sono formati, ma soprattutto mettendole a sistema, è stato possibile dare nuovo slancio e ampie prospettive di sviluppo ad un’azienda, altrimenti destinata alla mera sopravvivenza. Avvalendosi di strumenti di finanziamento pubblico finalizzati ad aprire la tradizionale attività agricola, è stato possibile preservare dall’abbandono un terreno con un antico casale, guardando all’agricoltura come campo di conoscenza, di incontro e di scambio soprattutto per le persone più sensibili: i bambini e i soggetti con svantaggi.
Accedere alle risorse del PSR Sicilia 2007/2013, e in particolare alla misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” azione B “Altre forme di diversificazione” ha permesso il recupero del vecchio casale, trasformandolo in un luogo di incontro a metà tra Palermo e Catania, per bambini disabili e loro famiglie, artisti, operatori economici, amanti della natura dove si possono riscoprire i valori e i benefici dello stare insieme, a contatto con la natura, imparando ad avere rispetto per l’ambiente.
Misura 311 - Diversificazione verso attività non agricole
Azione B - Altre forme di diversificazione
Investimento ammesso: € 405.874 - finanziato al 75%.
Fonte: Intervista / Regione Sicilia
A cura di Alessandra Vaccaro e Paolo Russo
Dati aggiornati a ottobre 2013
Nell'entroterra siciliano, a metà strada tra Palermo e Catania, sorge Resuttano, in provincia di Caltanissetta. AI piedi del suo castello si estende il Casale di Emma, oggi solo una porzione di antiche proprietà di famiglia, una piccola azienda agricola con una forte vocazione per il sociale. Dal 2003, quel che resta della proprietà del notaio Manasia, è data in eredità a Emma, la madre dei fratelli Argentati che oggi gestiscono l'azienda agricola di cinque ettari intorno al Casale, che racchiude la storia e la tradizione di questa famiglia e di questa terra.I fratelli Argentati, accanto alle coltivazioni tradizionali (mandorle, olive, grano e dei prodotti dell'orto ottenuti con metodo di produzione biologico) hanno avviato un processo di diversificazione aziendale con attività educative per i più giovani, per soggetti svantaggiati e tutte orientate a far conoscere ed apprezzare i prodotti della terra, il legame con la natura e l'ambiente, la tradizione contadina locale.L'azienda ha costruito un legame forte con il territorio: aderisce alla rete delle Fattorie Didattiche, collabora con ONLUS che si occupano di soggetti svantaggiati e in particolare con un'associazione nissena che si occupa di soggetti Down. L'azienda guarda inoltre con grande interesse ad una collaborazione con il centro di accoglienza di immigrati presente nel vicino comune di Caltanissetta per strutturare attività che possano consentire l'inclusione sociale attraverso l'apprendimento di un lavoro da svolgere in campagna.Con i finanziamenti del PSR Sicilia 2007-13 l'antico casale è stato adeguato: la stalla e il granaio sono stati adibiti a sala degustazione e sala conferenze, nella corte del casale sono stati allestiti degli spazi che accolgono i visitatori intorno ad un vecchio albero di gelsi, dove si trova anche il museo delle arti contadine e il giardino botanico. La struttura è stata pensata per accogliere portatori di handicap ed è servita da un impianto fotovoltaico