Più del 90% del paesaggio italiano ha caratteristiche rurali, e nel 1961 Emilio Sereni definiva il paesaggio agrario come "quella forma che l'uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, imprime al paesaggio naturale", esaltando il suo carattere ordinato, ben rappresentato fino dal periodo rinascimentale come si osserva nell'affresco del Buon Governo del Territorio dipinto da Ambrogio Lorenzetti attorno al 1338. I paesaggi rurali sono indissolubilmente legati alle pratiche tradizionali mantenute e trasmesse da generazioni di produttori: agricoltori, pastori e boscaioli. Si tratta di complessi sistemi basati su tecniche ingegnose e diversificate che hanno fornito un contributo fondamentale alla costruzione ed al mantenimento del nostro patrimonio storico, culturale e naturale, rappresentando il continuo adattamento a condizioni ambientali difficili, fornendo molteplici prodotti e servizi, contribuendo alla qualità della vita e producendo paesaggi di grande bellezza. Con il Piano strategico nazionale di sviluppo rurale 2007-13 (PSN), il paesaggio è stato introdotto nelle politiche agricole italiane, adottando una visione che lo interpreta come il risultato dell'integrazione dei processi ambientali, economici e sociali, nello spazio e nel tempo, e proponendolo come una prospettiva efficace con cui guardare alla pianificazione del territorio rurale.