Il territorio appenninico e tanto ricco di risorse naturali quanto vulnerabile e soggetto a eventi estremi come sismicità, orografia e clima. A fronte delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche intrinseche del territorio, prevenire e fronteggiare le avversità per le popolazioni locali è sempre di più un elemento indispensabile alle politiche e strategie di sviluppo.
La capacità di adattamento delle comunità che vivono e operano nelle aree più sensibili all'azione degli agenti endogeni ed esogeni naturali prevede, per minimizzare gli effetti, l'adozione di interventi strutturali a lungo termine.
Tra gli agenti esogeni l'azione antropica non di rado interferisce nei processi naturali accelerandoli. In particolare, per l'Appennino l'esodo delle popolazioni e il conseguente abbandono delle pratiche agrosilvopastorali, l'espansione del bosco nei seminativi terrazzati e sulle sistemazioni idraulico-forestali, hanno aggravato il dissesto idrogeologico e gli effetti dei fenomeni erosivi. Il quadro si accentua in un contesto di debolezza strutturale delle economie locali dove assume particolare rilevanza la frammentazione fondiaria, l'invecchiamento/disinteresse dei proprietari non residenti e la scarsa o mancante tutela e gestione attiva del patrimonio agrosilvopastorale.
Alcune aree propongono interessanti approcci strategici implementando strumenti di pianificazione silvopastorale attenta, di associazionismo fondiario, gestione e manutenzione costante del territorio cogliendo le opportunità di sviluppo socioeconomico che possono svilupparsi da una razionale tutela e valorizzazione del patrimonio naturale.